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Massoneria a Striscia la Notizia Il Giornale Online

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2009 22:53
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07/05/2009 22:53
 
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Striscia la notizia è la trasmissione televisiva più seguita in Italia, e la sua popolarità è tale che non necessita di ulteriori presentazioni.

Risulta quindi particolarmente curioso constatare come la sigla finale della trasmissione stessa sia un palese inno massonico.

La canzonetta in questione, con la quale il programma ha termine, viene sempre sfumata dopo le prime note, ed è visibile nella sua interezza solamente nelle repliche notturne.

Apparentemente è un testo leggero che ironizza sulle decisioni del governo a proposito della riforma scolastica, ma si può intuire un secondo significato senza dover troppo indagare:
PER CHI SUONA LA CAMPANELLA?

Grembiulino e vai - è un passepartout -
Ciao mammina Bye - corri in classe anche tu -
zitto che se no son guai
che goduria quante novità
obbedienza, tutto cambierà
viva il Gran Maestro che ci salverà - è unico -
cappuccini e babà - studia i numeri -
e l'abbiccì - agli esuberi -
gli Paghiamo il Taxì - tutti a casa signorsì -
quattro cinque sei e un sette più
ora è tutto ok
con i voti è un bijou
è la scuola take a way
col compasso un bel cerchio fa
sulla cattedra si è messo già
bravo il Gran Maestro che ci salverà - è unico -
cappuccini e babà

Per cogliere i vari riferimenti al mondo della libera muratoria non occorre essere grandi esperti della massoneria , ma è sufficiente una conoscenza di base del simbolismo di cui questa confraternita fa uso.

All’inizio del testo vengono subito citati i “grembiulini”, uno dei modi col quale i fratelli massoni vengono chiamati, per via dei grembiuli rituali che ogni membro deve indossare durante le sedute in Loggia.

E giustamente si fa presente come il grembiulino sia un ottimo passepartout, in un mondo in cui essere membri della massoneria facilita l’apertura di molte porte.

La frase “zitto che se no son guai” riguarda il giuramento massonico, con il quale il massone si vincola alla segretezza; la segretezza, o riservatezza, come i fratelli preferiscono definirla in pubblico, è la prima virtù da rispettare una volta facenti parte dell’ordine.

Poco dopo si accenna anche l’obbedienza, termine che nel linguaggio massonico indica l’insieme delle logge che unite costituiscono corpi sovrani, come Grandi Orienti o Grandi Logge.

La canzonetta prosegue citando il Gran Maestro, i cappuccini (allusione al cappuccio indossato durante i rituali) e il compasso, insieme alla squadra il simbolo più noto della massoneria.

I riferimenti alla massoneria sono talmente evidenti che non si pone alcun dubbio sul loro reale significato.

Più difficile invece stabilire il senso di una scelta simile da parte degli autori del programma.
Considerato il carattere satirico della trasmissione si potrebbe pensare che si tratti di un testo ironico nei confronti del mondo massonico.

Eppure, nonostante i riferimenti siano chiari e per nulla velati, l’argomento in questione rimane perlopiù sconosciuto alla grande maggioranza degli spettatori del programma, e se davvero vi fossero intenzioni ironiche dietro il motivetto, sicuramente non verrebbero colte dal pubblico.

Più probabile quindi che si tratti di una sorta di divertissement, uno strizzarsi l’occhio tra fratelli massoni che si divertono nel parlare apertamente di loro stessi, nella convinzione che pochi coglieranno i chiari riferimenti alla loro organizzazione, e quei pochi che lo faranno saranno tra coloro che poco si sorprendono di fatti come questo.

Una ulteriore conferma a sostegno di questa ipotesi giunge dalla trasmissione Veline, ideata anch’essa da Antonio Ricci, vera eminenza grigia della televisione italiana.

In tale programma aveva luogo un concorso nel quale si sceglievano le ragazze che avrebbero svolto il ruolo di veline nella trasmissione satirica.

Nella scenografia della trasmissione faceva mostra di sé, in modo spudorato, un altare massonico, dove la fiamma ardente di Prometeo – Lucifero era retta da due colonne, presenti in ogni tempio massonico a simboleggiare la Forza e la Bellezza ed a ricordare le due colonne poste all’ingresso del Tempio di Gerusalemme.

La presenza di una stella a cinque punte completava il quadro, per frugare ogni dubbio rimanente di qualche eventuale scettico



Fonte: www.altrogiornale.org

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