00 16/05/2008 19:32
LA CANZONE DEGLI ULTIMI - PARTE II
Mormorano le profondità di un antica marea di nomi
Sussurrano nomi di vecchi re scolpiti nei tronchi di un bosco bruciato
Se non parli li senti parlare mentre bisbigliano fra le fredde braci
Al tramonto di una fiaba che esce da gole pietrificate.
Ascoltali mentre rubano al tempo ancora un attimo di estate
Arsi dal fuoco e squarciati da lame pesanti con riflessi opachi
Se mi chiedi chi siano quei pazzi che ancora stanno svegli nel bosco
Io posso risponderti che non sono morti, ma sentinelle del calore
Che questa notte dorme letargico sotto la coltre di cenere.
Tu mi chiederai adesso perché sono rimasti svegli,
tu mi chiederai che cosa vale un fuoco spento e dal cuore gelato.
Come posso risponderti se anch’io ho il cuore stretto nella cenere?
Come posso dirti di questi vecchi pazzi che soffiano su un fuoco gelato
Se neppure io conosco i loro nomi
Tu mi dirai poi come riesco a vedere questo bosco bruciato
Tu mi chiederai se so arrivare alla loro dimora
Non posso risponderti perché imbevute di polvere sono le mie iridi
Fra la cenere che gratta la luce nei miei occhi,
sento da lontano provenire i canti i quei vecchi
ecco questo ti dirò cosa sono quei vecchi:
un canto che nasce talvolta di lontano, attraverso il fuoco,

ferendomi talora a morte negli occhi, mi raggiunge
smuovendo la sabbia che li morde feroce
e in me colpita si dibatte.

CANZONE DEGLI ULTIMI - II