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Storie di gatti

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2011 16:40
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13/09/2010 17:15

LA STORIA DI NERI

Neri era un gatto tigrato, come in giro se ne vedono tanti. Il colore del suo manto comprendeva varie tonalità di grigio e quando il tempo era bello e il cielo azzurro azzurro, vi si poteva scorgere qualche riflesso blu.

Il migliore amico di Neri era un ragazzino vivace sui dieci anni, di nome Vittorio. I due trascorrevano molto tempo insieme, dopo la scuola. Quando Vittorio si sedeva in cucina ed apriva i libri, per studiare o fare i compiti, spesso Neri gli si sedeva in braccio e si addormentava.

Come tutti i gatti, Neri spesso vagabondava e talvolta, in primavera e in estate, stava via per giorni interi. Poi ritornava un po' più magro e molto affamato, e riprendeva il suo posto di micio di casa. In inverno si trasformava in un pigro, andava nella sua cesta vicino alla stufa e dormiva per ore ed ore.

C'era però qualcosa che contraddistingueva Neri dagli altri gatti. In alcune circostanze sembrava quasi che si comportasse come una persona. Ad esempio, quando Vittorio andava a dormire, Neri si infilava sotto le coperte e poi usciva solo con la testa e la appoggiava sul cuscino, copiando tutto ciò che faceva il bambino.

Neri era innamorato della gatta dei vicini e andava a trovarla spesso. Quando nascevano le cucciolate, dopo la stagione degli amori, invece di continuare a farsi gli affari propri e lasciare i cuccioli alle cure di mamma gatta, (come di solito fanno i gatti maschi), Neri girava per il cortile di casa con i gattini al suo fianco. Poi, da buon padre, insegnava loro ad arrampicarsi sugli alberi. Nel piccolo giardino dietro casa, cresceva infatti un bell'alloro. Neri si posizionava alla base del tronco, attorniato dai suoi figlioli, e li faceva salire uno ad uno sulla pianta. Poi li costringeva a saltare giù, nell'erba, perchè imparassero a cadere dritti sulle zampe. E se qualcuno un po' più impacciato o timoroso degli altri indietreggiava o non voleva saltare, Neri si arrampicava con lui e lo guidava in tutte le manovre. La mamma di Vittorio osservava spesso la scena dalla finestra della cucina e rideva a crepapelle.

Poi un giorno d'estate, come spesso accade, Neri uscì di casa e non tornò più.
Ma la famiglia di Vittorio ancora oggi ne parla e sorride, ricordando quel gattone tigrato con l'istinto paterno e il polso fermo da generale dell'Esercito.

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