Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

M5S CAMERA E SENATO-clicca qui

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Giancarlo Elia Valori Il potere e il Dominio

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2009 22:28
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.033
Città: REGGIO EMILIA
Età: 45
Sesso: Maschile
Vice Amministratore
25/01/2009 21:07
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek

Guardate la faccia banale, democristiana, di Giancarlo Elia Valori, al centro di questa foto, scattata alla festa a sostegno dell'attacco israeliano a Gaza, svoltasi a Roma alcuni giorni fa.

Come vedremo, per il magistrato Luigi De Magistris, Giancarlo Elia Valori è al vertice della "nuova P2".

Gianni Barbacetto, in un'inchiesta sul Diario, scrive di Giancarlo Elia Valori:

"Chissà se è davvero, come dicono tanti, l’uomo più potente d’Italia. Certo è uno dei più temuti. E dei più misteriosi. E con le migliori relazioni internazionali."

Barbacetto racconta in dettaglio le intricate vicende della vita di Giancarlo Elia Valori: Cameriere di spada e cappa del Vaticano a poco più di vent'anni, amico di Kim Il Sung, di Ceausescu e di Isabelita Peron. Fu espulso dalla Loggia massonica Romagnosi per i suoi legami clericali, ma Licio Gelli lo riprese nella P2, per poi - caso unico - espellerlo: stava diventando troppo potente per i gusti del maestro.

Grazie anche alle sue amicizie nel Sismi, Giancarlo Elia Valori iniziò a lavorare con la Libia, l'Arabia Saudita e la Turchia, dove partecipò alla costruzione della strategica diga di Karakaya che dà alla Turchia il rubinetto che controlla Siria e Iraq (tra questa e un'altra diga, 80.000 persone cacciate dalle loro case). Poi Valori si è trovato al vertice di una serie di società di stato: la Sme, la Sirti, infine Autostrade spa, di cui guidò abilmente la svendita. E molto, molto altro ancora...

Solo che l'articolo di Gianni Barbacetto non aiuta a capire chi sia davvero Giancarlo Elia Valori.

Per alcuni versi e alcuni vezzi, sembra appartenere alla specie degli avventurieri che collezionano titoli cavallereschi e foto con uomini potenti. Individui che in genere cataloghiamo tra i cialtroni. Però i suoi sono titoli veri, come sono veri i contatti di cui gode. Sta quindi ai cialtroni come l'originale sta alla grossolana imitazione; oppure, se vogliamo vederla diversamente, si può essere molto potenti, pur restando molto cialtroni.

Che cosa distingue Giancarlo Elia Valori da tutti coloro che tramano, calpestano i propri vicini, si pugnalano a vicenda, arraffano, mentono - insomma i ceti imprenditoriali e politici - senza però stringere, alla fine, quasi nulla?

C'è gente che passa la vita a sviluppare una sola competenza. Giancarlo Elia Valori sembra aver sviluppato invece quella di fare direttamente da presidente, ma non importa di cosa.

Attualmente, è presidente della Torno Internazionale, una delle più grandi società di costruzioni di un paese fondato sul cemento.

E' presidente della T-System Italia, "il marchio del Gruppo Deutsche Telekom dedicato alla clientela business"; è stato presidente di Blu, il consorzio di gestori di telefonia oggi in disarmo; ed è presidente onorario della filiale italiana del colosso cinese delle telecomunicazioni, Huawei Technologies.

Questo "onorario" ci riporta proprio alla potenza inafferrabile di Giancarlo Elia Valori.

Infatti, altri suoi incarichi lo pongono all'indefinibile cerniera di innumerevoli confluenze, dove impresa, finanza e politica diventano tutt'uno: la presidenza di Sviluppo Lazio, la holding di controllo di tutte le società partecipate dalla Regione, gonfiata sotto il governo di Francesco Storace fino a impiegare 4.300 persone e che si presenta come "opportunita' di 'fare sistema' nella nostra regione".

Giancarlo Elia Valori presiede anche Sviluppo del Mediterraneo, una "società di investitori" che mira a farsi banca, operante nel Mediterraneo e nei Balcani.

Valori è presidente dell'Unione Industriali romana, e presiede anche una "Fondazione per le Bioscienze" che nel 2004 fa ha stabilito un patto di cooperazione scientifica a tre, con l’Università Campus Biomedico dell'Opus Dei e l'israeliano-francese Weizmann Institute France Europe of Science. Un patto stilato alla presenza di Francesco Cossiga, nella sede di Capitalia.

Tutto questo sembra contrastare con quello che ci insegnano da piccoli. Cioè, se uno è bravino a capirci di elettronica, lo fanno tecnico; se è bravo, lo fanno dirigente; e se è bravissimo, lo fanno presidente, ma sempre di una società di elettronica.

In realtà, non è così, e lo dimostra Giancarlo Elia Valori. Che non è esperto di costruzioni, o di telefoni o di bioscienze e nemmeno, probabilmente, di finanza. Per tutte quelle funzioni, paga altri. Lui invece fa incontrare e tiene insieme la gente che ha potere, in Italia e fuori. Destra e sinistra contano poco a quei livelli.[2]

Giancarlo Elia Valori è uno dei protettori di Gianfranco Fini; ma tanti sono i suoi legami che due anni fa il Corriere della Sera doveva correggere un diffuso equivoco:

"Classificare Valori come uomo legato al centrosinistra sarebbe però un errore. Il «professore», come lo chiamano i suoi collaboratori, nelle stanze del potere gode di consensi bipartisan."

Il magistrato Luigi De Magistris, già pubblico ministero a Catanzaro, aveva condotto tempo fa l'inchiesta Why Not, partendo da un'agenzia di lavoro interinale e finendo per coinvolgere un consulente della Presidenza del Consiglio, il senatore Giancarlo Pittelli di Forza Italia, Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e persino l'allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi, assieme - come ricorderete - a Clemente Mastella.

Il presidente Giorgio Napolitano intervenne in persona per stroncare l'intraprendente magistrato, e l'inchiesta gli fu tolta.

L'ultimo colpo all'inchiesta è stato dato in questi giorni.

Interrogato a sua volta dai magistrati, Luigi De Magistris dichiarò che

Negli atti di «Why Not» [...] ci sarebbero le carte della «nuova P2». È questa la versione di Luigi de Magistris, ascoltato dai procuratori di Salerno, dinanzi ai quali, il 28 dicembre 2007, fa nomi e cognomi: «Le indagini Why Not stavano ricostruendo l’influenza di poteri occulti (…) in meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare stavo ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni e altri, e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario».

Non solo:

«Giancarlo Elia Valori - dice De Magistris - pareva risultare ai vertici attuali della “massoneria contemporanea” e Valori s’è occupato spesso di lavori pubblici”».

Nel verbale, l’ex pm di Catanzaro, tira in ballo anche il governo di centrosinistra guidato da Massimo D’Alema:

«Nel recente passato (Valori, ndr) ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra, dentro il governo D’Alema, in Marco Minniti, ritenuto il “braccio destro” del Presidente del Consiglio dei Ministri».

In altri passaggi (di ulteriori verbali) De Magistris specifica che su Minniti stava «svolgendo accertamenti delicatissimi e riservatissimi».

Il coraggioso De Magistris mi sembra che scambi la normalità per l'eccezione. Quella che lui chiama "massoneria" - evocando cospiratori incappucciati - è semplicemente il sistema stesso. Chi si trova nelle vere posizioni di potere in economia e politica, non ha alcun bisogno di prestare giuramenti segreti: basta una cena. O un compleanno:

"Roma, 8 nov. (Adnkronos/Ign) - Amici e Vip hanno festeggiato i 56 anni di Goffredo Bettini. Il coordinatore del Pd ha invitato oggi politici, imprenditori e manager romani per festeggiare in forma privata il compleanno, caduto il 5 novembre scorso. Tra i presenti, anche Giancarlo Elia Valori, Pierluigi Toti, Andrea Mondello, Francesco Gaetano Caltagirone, Piero Marrazzo. Alla festa di compleanno, organizzata nell'abitazione di un'amica di famiglia di Bettini, anche Gianni Letta, Pietro Calabrese, Tonino Faranda."

Quindi capirete perché quando Giancarlo Elia Valori fa grandi proposte strategiche e politiche, vale la pena ascoltare quello che ha da dire.

Note:

[1] Raffaele Sassun è il presidente per l'Italia del Keren Keyemet LeIsrael (KKL) o Fondo Nazionale Ebraico, una gigantesca impresa multinazionale il cui capitale immobiliare è costituito da 372 villaggi palestinesi i cui abitanti sono stati espulsi con la forza.

Raffaele Sassun è subentrato alla presidenza a Piero Abbina.

Curiosamente, Abbina ha denunciato Sassun, nel suo ruolo di amministratore della Shark s.r.l., davanti al Garante per la Privacy.

Cesare Anticoli dirige invece la sezione italiana di Keren Hayesod o United Jewish Appeal, che Wikipedia definisce "la centrale finanziaria del movimento sionista mondiale".

[2] Ogni tanto, vengo attaccato - in genere da sinistra - perché ritengo discutibile oggi la distinzione tra "destra" e "sinistra".

Una volta esisteva una distinzione molto netta, fondata sui fatti. C'era chi organizzava e dava voce agli interessi dei lavoratori e chi organizzava e dava voce agli interessi dei padroni, per usare due termini assai retorici e approssimativi, ma che rendono l'idea.

Oggi invece, esistono lavoratori di destra e di sinista che litigano tra di loro, mentre i padroni sono appunto bipartisan.

La destra e la sinistra costituiscono caso mai delle scale: i pochi che arrivano proprio in cima a una delle due scale possono poi partecipare alla vita bipartisan.

Per foto e link vari:
www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&...


Miguel Martinez
Fonte: kelebek.splinder.com
Link: kelebek.splinder.com/post/19660771/Giancarlo+Elia+Valori+...
24.01.2009
[Modificato da zen_79 25/01/2009 21:07]
OFFLINE
Post: 1.033
Città: REGGIO EMILIA
Età: 45
Sesso: Maschile
Vice Amministratore
19/02/2009 22:28
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek


"È la difesa di Israele la nuova piattaforma della Grand Strategy europea e USA, fuori dalle chiacchiere democraticiste e dalla retoriche elettorali. Il libro di Magdi Allam è un buon inizio per questo progetto."
Giancarlo Elia Valori, in Da un volume di Magdi Allam. Spunti, provocazioni, riflessioni su Israele.


Un magistrato dice che l'ex-piduista Giancarlo Elia Valori è al vertice della "nuova massoneria" - nel senso di Licio Gelli - doppiamente pericolosa proprio in quanto bipartisan e che quindi non incontra opposizione.

Un giornalista si chiede se Giancarlo Elia Valori non sia l'uomo più potente e temuto d'Italia.

Al di là di eventuali esagerazioni, è quindi interessante sapere cosa pensa Giancarlo Elia Valori.

Giancarlo Elia Valori ha scritto diversi testi - alcuni reperibili in rete, altri no - su una serie di temi che vanno da "Geopolitica dello spazio - Potere e ricchezza nel futuro del pianeta" ad "Antisemitismo nel quadro strategico Usa-Italia-Israele"; da "Il mare nostrum ha riacquistato il suo "ruolo centrale" nella nuova Europa a 27 - e Roma come capitale del Mediterraneo" a "negazionismo e sionismo oggi".

A noi, interessa soprattutto quello che scrive sul Medio Oriente, sull'Islam, su Israele e sulle grandi migrazioni in corso nel mondo.

Partiamo da un suo saggio del giugno 2007 su Magdi Allam, intitolato "Da un volume di Magdi Allam. Spunti, provocazioni, riflessioni su Israele".

Il testo è precedente alla conversione di Magdi Allam, che qui viene presentato ancora come "musulmano".

Qualche citazione, con mio commento:

"Il volume di Magdi Allam Viva Israele pubblicato da Mondatori, Milano, I edizione Maggio 2007, rappresenta un punto di svolta per la “questione israeliana” così come si è venuta configurando negli ultimi tre anni, e soprattutto dopo la guerra tra lo Stato Ebraico e Hezb’allah del luglio 2006."

Per Giancarlo Elia Valori, Magdi Allam costituisce un'utilissima pedina per quella che lui chiama (con entusiasmo) la "propaganda ebraica e israeliana":

"Ora [...] un arabo islamico non solo accetta Israele come stato, ma scrive provocatoriamente un volume intitolato Viva Israele.

Se quindi, negli anni passati, l’accettazione di Israele da parte dei “moderati” arabi e islamici prevedeva l’accettazione della linea critica dell’UE verso lo Stato Ebraico e una buona dose di antiamericanismo di marca europeistica, oggi invece, nel libro di Magdi Allam, si sostiene la vita e la presenza di Israele nel quadrante mediorientale non come accettazione di uno stato di fatto faute de mieux, ma anzi come modello e strumento di salvezza per le masse arabe costrette ad accettare o classi dirigenti “moderate” ma corrotte e incapaci, oltre che autoritarie, o il “finto opposto” del jihad della spada.

È la rottura di un cliché che può portare a grandi modificazioni nel modello di propaganda dell’Ebraismo della Diaspora e dello Stato di Israele. [...]

Se vi è un refrain nel testo di Magdi Allam, è che non si deve accettare di sacrificare Israele per avere la pace in Europa e negli USA. Accettare l’idea di un “piccolo male per un grande bene”, per usare la formula di Voltaire; ovvero di implicitamente mandare al macero Israele come potlach, dono di guerra all’Islam radicale, pensando che questo, ingoiato lo Stato Ebraico, si calmi e lasci in pace l’Europa, è, per dirla con Talleyrand, peggio di un delitto, è un errore. E questo è certo e dovrebbe essere un punto essenziale della propaganda israeliana e ebraica in Europa e in USA. [...]

Insomma, Magdi Allam dimostra un punto-chiave di una buona propaganda israeliana e ebraica in USA e Europa" .

Cosa vogliono i musulmani?

"Il mito è quello della riconquista della Spagna, di “El Andalus”, perché si vuole colpire l’Europa tutta e ridurla ad una periferia del nuovo impero islamico globale."

Hezbollah, nei quartieri sciiti di Beirut, Hamas, tra i dannati di Gaza e i migranti tra le fabbriche del bresciano che dormono in dieci in una stanza, stanno per conquistare il pianeta:

"È questo il pericolo terribile per l’Europa e per Israele, unite nella lotta ma anche nella loro sopravvivenza: se si fosse dibattuto in questo modo con il nazismo o con il fascismo, siamo sicuri che Hitler sarebbe addivenuto a più miti consigli? E la trattativa di Monaco con la successiva invasione dei Sudeti non ha insegnato nulla? E la rottura del patto Ribbentrop-Molotov da parte della Germania nazista con l’avvio della Operazione Barbarossa”, nemmeno questo insegna nulla?"

E ogni organizzazione islamica in Italia, compresi i più patetici collaborazionisti, è semplicemente una pedina dei Fratelli Musulmani. Dopo aver elencato di tutto, compresa la Coreis di Sergio Yahya Pallavicini, Giancarlo Elia Valori dice:

"In tutte queste strutture, ne siamo certi, esiste una rete occulta e coperta della Fratellanza Musulmana, comprese quelle sciite, dato che la setta egiziana di Al Banna si è esplicitamente organizzata su un livello occulto molto simile a quello dei partiti comunisti della Terza Internazionale, per espresso volere del fondatore."

E' interessante il linguaggio del dominio, quella cosa che fa dire a un sovrano cosa dobbiamo fare "noi" di "loro". E infatti, Giancarlo Elia Valori indica la strada che chi detiene il potere deve seguire per sottomettere (controllare-integrare) i musulmani:

"Ma, pur essendo d’accordo con Magdi Allam nello indicare nella Fratellanza e nel suo “braccio italiano” l’UCOII il pericolo maggiore, dobbiamo pensare ad una strategia di assorbimento e integrazione di tutto l’Islam italiano."

Per controllare la forza lavoro su cui si regge il nostro paese, "noi" dobbiamo sia infiltrare le comunità di migranti, sia farle terrorizzare dalla polizia dei loro paesi di origine:

"Certo questo processo non si realizza con il semplice “dialogo”. Altre linee di controllo-integrazione dovrebbero essere quelle della infiltrazione, della gestione in rapporto con i Paesi di origine, interessati ad utilizzare l’Islam all’estero per i loro fini e quindi capaci anche di evitare la jihadizzazione dei loro cittadini islamici operanti in Italia.

La separazione per linee statuali del controllo in Italia potrebbe essere molto utile, per evitare l’effetto implicito di accettazione del “Califfato Universale” che si verrebbe a creare se si parlasse solo con l’UCOII o si accettasse implicitamente la sua egemonia sull’Islam italiano."

Da buon malthusiano, Giancarlo Elia Valori critica la tesi di Magdi Allam, che se la prende con "l'ideologia della morte" per spiegare perché i musulmani si lasciano, talvolta, morire come martiri.

Dice Valori, che gli attentati suicidi servono al "branco" per motivi demografici; e le famiglie che hanno un martire prendono un po' di soldi. E comunque gli arabi non hanno vere famiglie, e per dimostrarlo, tira fuori una prova difficilmente confutabile:

"Recentemente, un intellettuale sciita, alla TV libanese, ricordava come suo padre non si ricordasse nemmeno bene il suo nome."

Per indebolire i musulmani, bisogna che i nativi palestinesi scompaiano dal vocabolario:

"Parlare di “popolo palestinese”, siccome le parole sono pietre, vuol dire accettare la sua indipendenza, almeno semantica."

Per abolire i palestinesi, si deve dare buona parte dei Territori Occupati a Israele, e il resto ai regimi della Giordania e dell'Egitto, definiti "Stati veri" grazie alla loro indubbia affidabilità poliziesca:

"una partizione tra Stati veri che rispetti la continuità strategica dei Paesi arabi che confinano con Israele e garantisca lo Stato Ebraico sia sui confini, che sul riconoscimento internazionale, che sul basso livello di attrito tattico e strategico sui suoi confini post-1967."

Con l'aggiunta di una "area" palestinese, fuori dall'attuale Palestina, che Giancarlo Elia Valori forse intende come una sorta di riserva sul modello statunitense:

"Lasciare una piccola “area” palestinese, giusto perché nella politica internazionale ogni mutazione viene trasferita in futuro, come in biologia, al confine tra Giordania e Siria, su territorio giordano, che viene compensata dall’ampliamento del territorio del Regno Hashemita nell’area dei Territori in Cisgiordania, con una protezione internazionale di forze ONU a difesa di tutti i confini e dei Trattati internazionali, anche quelli con potenze non arabe e non islamiche che sono esterne a quel quadrante.""

Invece la Striscia di Gaza andrebbe regalata al regime di Hosni Mubarak, che a sua volta si deve impegnare a tenere sotto controllo i somali:

"La Striscia di Gaza andrebbe all’Egitto, con un trattato internazionale che definisce alcune autonomie a carattere locale e geografico, che permette all’Egitto di “tenere” geopoliticamente lo Stretto di Suez, e di tenere poi a bada le insorgenze del Corno d’Africa, per prossimità strategica, e pone l’Egitto in un ruolo essenziale di stabilizzazione di un quadrante strategico mediorientale troppo spostato, a parziale tutela degli interessi occidentali, verso l’Arabia Saudita."

Ma l'Egitto impegnato a reprimere gli abitanti di Gaza e a massacrare somali, potrebbe far piacere al vecchio amico di Giancarlo Elia Valori, Muammar Gheddafi; e favorire la trasformazione della Tunisia e del Marocco nelle grandi maquiladoras del Mediterraneo:

Questa “orientalizzazione” geopolitica dell’Egitto non potrebbe non far piacere alla Libia, libera quindi di penetrare in Africa (la Libia “è una potenza africana, non araba”, ha affermato recentemente il Colonnello Gheddafi) e al Marocco e alla Tunisia, libere quindi di entrare in UE per la strada dell’economia (come la Tunisia di Ben Alì) geopoliticamente sponda ormai di Italia e Francia nell’integrazione economica prevista dal “Processo di Barcellona” del 1995, o libero il Marocco di mantenere la sua “special relationship” con la Francia e l’accordo geoeconomico con la Spagna, e spingersi, senza il pericolo della miccia jihadista e della destabilizzazione sistemica del “popolo palestinese”, verso il suo destino di potenza afroiislamica verso l’Atlantico. Il che sarebbe un bel supporto per la sicurezza di tutto il Fianco Sud della NATO."

Un simile progetto significa scaricare anche Abu Mazen e i palestinesi collaborazionisti:

"E allora serve cambiare registro: non è la “Palestina”, che peraltro non esiste come entità geopolitica, la soluzione, ma il problema."

E non si tratta certamente di permettere ai palestinesi pure di votare:

"il progetto di ritenere gli abitanti di Gaza cittadini di Zurigo, magari di Clausiusstrasse, è piuttosto utopico."

L'Occidente deve reinventare un Islam utile ai propri interessi. In particolare, finanziando la deportazione (o "dislocazione personale") dei nativi palestinesi:

"Il libro di Magdi Allam ce lo permette: si tratta, sul piano della psicopolitica, di influenzare gran parte delle comunità islamiche fuori dal Medio Oriente, che Israele può essere il tramite della loro liberazione. Si tratterebbe di pensare ad un “Fondo per lo Sviluppo dell’Islam Moderno” oppure vedete voi quale altro titolo trovare, che, fuori dai canali dell’ONU o della World Bank, concedesse sistematici aiuti economici, anche sulla base del “banking to the poor” di Mohammad Yunus in cambio di una “rinuncia al ritorno” o, in secundis, di una dislocazione personale nelle aree designate fuori da quelle controllate dall’estremismo jihadista."

E qui Giancarlo Elia Valori mette in vendita i propri servizi:

"È cosa delicata, ma si potrebbe immaginare una serie di azioni di un consorzio tra World Bank, alcune banche internazionali, la “Banca del mediterraneo”, l’UE finalmente rinsavita, e altri in Russia e in Cina, che finanziano una dislocazione diversa delle popolazione attiva nella cosiddetta Palestina e quindi ridisegnano anche la mappa del potere e del ricatto dei vari movimenti politici locali."

Ma la "Banca del Mediterraneo" non è per caso la "Banca per lo sviluppo del Mediterraneo"?

Cioè, quella che proprio Giancarlo Elia Valori - con l'aiuto di Francesco Cossiga - sta mettendo in piedi.

Con Giancarlo Elia Valori come presidente e come vicepresidente, invece, Giuseppe Garofano, l'ex-presidente della Montedison che coordina anche tutto il complesso mondo delle finanziarie legate all'Opus Dei.

Giuseppe Garofano è un signore che una volta ha dovuto nascondersi per sei mesi dalla Guardia di Finanza ma che oggi inaugura gli anni accademici all'università dell'Opus Dei. Il tutto con i soldi delle Assicurazioni Generali di Antoine Bernheim, i proprietari della Migdal, una delle più grandi privatizzazioni in Israele (sì, le stesse Assicurazioni Generali che sono state accusate di intascarsi i soldi dei sopravvissuti dell'olocausto, ma quella era un'altra puntata).

La Banca per lo Sviluppo del Mediterraneo sembra che abbia un sito, inaccessibile al pubblico; ma un abile smanettatore è riuscito a scaricarne i contenuti, che si possono leggere qui.

Ma torniamo a Magdi Allam.

Il personaggio del "musulmano amico d'Israele" può tornare utile per vaste iniziative propagandistiche, assicura Giancarlo Elia Valori:

"Quindi, occorre valutare bene le azioni da intraprendere, anche sulla base del libro di Magdi Allam, nei confronti della propaganda sul pubblico italiano e soprattutto arabo.

Sarebbe utile far seguire, alla uscita in altre lingue del libro di Magdi, una operazione politica di“controstoria” su Israele nel pubblico di massa arabo dei Paesi cosiddetti “moderati”.

Poi, occorrerebbe, poiché la propaganda, se è ben fatta, riguarda anche le classi dirigenti di chi la propone, una campagna di stampa sull’”orgoglio israeliano”."

Prima di procedere alla soluzione finale della questione palestinese, Giancarlo Elia Valori dice che bisogna togliere ogni aiuto ai nativi palestinesi ("sezionare la logistica", la chiama lui):

"Questo “business as usual”, in cui Israele osserva il suo ombelico di miserabili percentuali elettorali invece di studiare il vero pericolo, e organizzare linee di difesa politiche, non solo prettamente militari, deve essere superato di slancio con una grande operazione di propaganda sull’Islam europeo e USA per sezionare la logistica del terrore palestinese dai suoi militari operativi.

E inoltre, si tratterebbe di chiudere la rete del sostegno internazionale alla “causa palestinese” operando una sorta di grande associazione internazionale di “sostenitori di Israele” a partire dai tanti islamici che non ne possono più della retorica stanca della “occupazione sionista”. Il che renderebbe, tra l’altro, più facile l’isolamento dell’Iran anche all’interno dell’Islam europeo e mediorientale.

Fare guerra psicologica significa rendere insicure le retrovie del nemico.

Se si chiude, con una iniziativa di massa e ben gestita mediaticamente, il mito dell’Europa “ che difende i poveri palestinesi” e si limitano i danni della democratite elettorale americana, che ha peraltro consegnato la Striscia di Gaza ad HAMAS, sia pure indirettamente, la situazione può essere ancora messa in salvo."

Conclude Giancarlo Elia Valori:

"È la difesa di Israele la nuova piattaforma della Grand Strategy europea e USA, fuori
dalle chiacchiere democraticiste e dalla retoriche elettorali. Il libro di Magdi Allam è un buon inizio per questo progetto."

Ogni volta che scopro queste cose - che pure sono alla portata di chiunque abbia accesso a Internet - resto sconvolto, pensando all'immensità del peso che è caduto in testa a chiunque abbia avuto la sventura di nascere palestinese.





Miguel Martinez
Fonte: kelebek.splinder.com
Link: kelebek.splinder.com/post/19672678/Giancarlo+Elia+Valori+...
25.01.2009

Nella foto, un ispirato Giancarlo Elia Valori
- all'epoca presidente delle
autostrade italiane -
introduce la Liturgia della Parola
in presenza della vedova Rabin
nella Chiesa dell'Autostrada nei pressi di Firenze,
incubo degli automobilisti d'Italia




Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Sito denuclearizzato

Torna a Politicalt