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Il mistero dei rosacroce. E la Rosa Rossa.

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2009 21:33
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22/11/2008 18:31
 
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1. Premessa
Abbiamo spesso parlato in questo blog dei delitti della Rosa Rossa. A partire dai delitti del mostro di Firenze, per passare da Pantani, Fois, Cogne, Erba, Garlasco, Meredith. Vediamo quindi cos’è e come funziona questa organizzazione.
Prima di capire cosa è oggi, e come essa agisca nella politica e nella finanza, dobbiamo partire dai RosaCroce, per poi parlare specificatamente della Rosa Rossa e imparare a riconoscerla nella politica quotidiana, ma anche nella cronaca.
E’ necessario, per capire bene alcune delle problematiche, leggere anche il nostro articolo “Il trattato di Lisbona e i suoi antecedenti storici e culturali. Breve storia della massoneria dal 1300 ad oggi”. E’ opportuno leggere anche gli articoli “L’omicidio massonico parte 1” e la parte 2, relativa al delitto Pantani e Fois per non ripetere gli stessi concetti (i link li trovate alla fine dell’articolo). Questo articolo dunque presuppone la conoscenza degli altri.
Non saremo brevi, perché tenteremo di riassumere i punti principali di quella che è un’organizzazione che tiene le fila del potere da secoli, e che costituisce al tempo stesso uno dei misteri maggiori dell’umanità, i rosacroce.
2. I Rosacroce
I rosacroce, con questo nome e come organizzazione autonoma, entrano sul palcoscenico del mondo nel 1614. Prima di allora nessuno ne aveva mai sentito parlare né aveva mai sospettato la loro esistenza.
In quell’anno, a Kassel, in Germania, vennero pubblicati i primi manifesti Rosacrociani: la Fama Fraternitas, e la “Riforma generale e universale del mondo intero”.
L’organizzazione, cioè esce per la prima volta allo scoperto in un modo singolare e destinato a produrre un forte dibattito che durerà in tutti i secoli successivi e che ancora oggi non è del tutto sopito.
In questi manifesti in sostanza essi annunciano al mondo la loro esistenza.
Essi sostengono di essere stati fondati da Christian RosenKreutz, che sarebbe nato in Germania nel 1378 e sarebbe morto a 106 anni, nel 1484; sostengono di avere il dono dell’invisibilità e di poter parlare tutte le lingue. Invitano chi vuole aderire alla loro confraternita a manifestare la loro intenzione, ma affermano che chi vuole diventare dei loro non deve cercarli; saranno loro a trovare il nuovo adepto, qualora lo considerino degno.
Essi hanno un piano di riforma universale, politica, religiosa ed artistica il cui fine è il miglioramento del mondo intero.
Nel manifesto rosacrociano compaiono alcune delle loro regole base:
- Curare i malati senza compenso
- Adattarsi agli usi e costumi e modo di vestire del paese in cui si trovano
- Adottare la sigla RC per le associazioni che essi fonderanno (o anche CR. La Rosa Rossa ovviamente adotterà la RR).

Il loro simbolo è una rosa rossa, incastonata su una croce d’oro. Sotto alla Croce compare un pellicano che dà da mangiare ai suoi piccoli.
La loro sapienza si rifà alla tradizione Cristiana ma anche alla Cabala, all’alchimia, ai Tarocchi e alle dottrine orientali induiste e buddiste.
Se per qualcuno tutto ciò può sembrare un guazzabuglio sconclusionato, probabilmente ha ragione chi dice che la conoscenza e la sapienza dei Rosacroce sono difficilmente eguagliabili. Non solo perché – non a caso – furono Rosacroce le persone più influenti e geniali di tutti i tempi (da Dante, a Paracelso, Leonardo, Comenio, Galileo, Bacone, Shakespeare, Leibniz, Cartesio, ecc...), ma perché, leggendo gli scritti Rosacrociani, si ha spesso l’idea che costoro abbiano realmente un grado di conoscenze più elevate della media. E’ sufficiente leggere un romanzo dell’800, “Zanoni”, scritto da Edward Bulwer Lytton, probabilmente un Rosacroce. Un romanzo semplicemente stupendo in cui si riconosce, al di là della parte di fantasia, un sapere e una conoscenza superiore a quello di molti scienziati di oggi, e vi si trovano risposte soddisfacenti a molti dei più elementari quesiti riguardo alla vita e alla morte, quesiti che tutt’ora la nostra scienza continua a porsi senza dare alcuna risposta convincente.

A questi manifesti seguì un intenso dibattito negli anni successivi, in tutta Europa, che vedeva contrapporsi coloro che sostenevano che i Rosacroce non esistevano, e coloro che invece ne sostenevano l’esistenza.
Umberto Eco, scrivendo una prefazione ad un recente libro “Storia dei Rosacroce” di Paul Arnold, dice che i rosacroce non si sa se effettivamente esistono veramente o se siano una leggenda. Anche perchè - aggiunge lo studioso - i Rosacroce non si manifestano mai all’esterno; un vero Rosacroce non direbbe mai che è un Rosacroce. E se qualcuno dicesse che è un rosacroce, vorrebbe dire che non è un Rosacroce.
Ci sarebbe da chiedere a Eco come mai uno con la sua cultura si scomoda a fare la prefazione ad un libro che parla di un’organizzazione di fantasia, e perché ne parla anche nei suoi libri. Darsi tanto da fare per studiare e capire un’organizzazione inesistente sembra un controsenso, specie per una persona colta come Eco.

La verità è che i Rosacroce esistono, e quando uno conosce un po’ i simboli e la storia di questa associazione, li riconosce immediatamente, specie perché alcuni rosacrociani lasciano dietro di sé tracce di ogni tipo, peggio di Pollicino (Umberto Eco arriva pure a farsi fotografare con una rosa rossa in mano nel libro “i 100 libri che dovete senz’altro leggere prima di morire”; e anche in altre occasioni ha sempre questa rosa tra le mani).
L’esistenza dei Rosacroce è attestata da una vasta letteratura in tema, dalla loro simbologia che compare ovunque, nelle logge massoniche e nella tradizione muratoria in genere (il diciottesimo grado del Rito scozzese prende infatti il nome di “Cavaliere Rosacroce di Heredom”).
Attualmente, sono decine le organizzazioni che dicono di rifarsi ai Rosacroce, dalla AMORC, alla società Rosacrociana in Anglia, alla Golden Dawn e ad altre che ora non è il caso di menzionare.

Come associazione esoterica e segreta i Rosacroce nascono probabilmente attorno al 1200. Taluni la fanno risalire a Raimondo IV conte di Tolosa.
Uno dei padri spirituali dei Rosacroce è Dante; costui apparteneva ai Fedeli D’amore, un gruppo segreto che contestava duramente l’operato del papato e della Chiesa all’epoca, ma ovviamente non lo faceva in modo troppo aperto, perché a quell’epoca andare contro la Chiesa equivaleva a morire (più o meno come oggi occuparsi della Rosa Rossa… quando si dice la regola del contrappasso).
Esiste un legame intenso tra Rosacroce e Templari. Difficile dire se si tratti di due organizzazioni totalmente distinte che poi hanno fuso il loro sapere nei secoli successivi, oppure esistessero elementi comuni già nel 1200.
Comunque, certo è che Dante, nel momento in cui Jacques de Molay fu messo al rogo, era a Parigi e probabilmente fu colpito da quell’avvenimento che poi trasfuse nella sua Divina Commedia.
E altrettanto certo è che il sapere templare e Rosacrociano hanno molti punti di contatto.
Come abbiamo detto nell’articolo “Il Trattato di Lisbona e i suoi antecedenti storici e culturali; breve storia della massoneria dalle origini ai nostri giorni” furono i Rosacroce e i templari a fondare la massoneria ufficiale nel 1717, in modo da creare un’organizzazione complessa, ramificata in tutto il mondo, di cui la massoneria costituisca la base, mentre i Rosacroce costituiscono i vertici.

Non solo i Rosacroce esistono, ma la stessa Fama Fraternitas, affermando che gli iniziati alla RC hanno il dono dell’invisibilità e del parlare tutte le lingue, sotto forma di metafora diceva la verità.
I Rosacroce hanno veramente questi doni.
Parlano tutte le lingue perché comunicano per mezzo dei mass media, dei libri, delle canzoni di successo, veicolando messaggi di vario tipo. E comunicano per mezzo di simboli, quindi un linguaggio universale e riconoscibile da tutti. Se viene ucciso Haider, ad esempio, non c’è bisogno di comunicare ufficialmente lo stop alle indagini; riconoscendo i simboli rosacrociani nel nome della strada in cui Haider è morto (Rosenthalerstrasse) nonché in altri particolari, la matrice del delitto viene recepita da americani, tedeschi, spagnoli o italiani, e chiunque appartenga all’organizzazione sa come comportarsi anche se non gli viene detto esplicitamente: i verbali spariranno, le indagini verranno inquinate, i giudici che eventualmente verranno investiti del caso leggeranno nella vicenda un normale incidente stradale. Un Rosacroce non ha bisogno di parole per riconoscere i simboli rosacrociani nei delitti del Mostro di Firenze.

Sono veramente invisibili, nel senso che non esistono liste, luoghi di riunione periodici, ecc… Per quanto riguarda la Rosa Rossa in particolare, esistono del templi dislocati un po’ in tutto il mondo (49 secondo la Carlizzi) di cui alcuni servono per gli studi teorici, altri per la “pratica” e i riti esoterici; ma al di là di questo non si fanno riunioni ufficiali e periodiche. Un massone che vuole entrare nelle organizzazioni ufficiali come l’Amorc, può farlo; ma nella Rosa Rossa non può entrare se non è avvicinato, perché di propria iniziativa non è possibile.
Curano veramente gli ammalati, sia i Rosacroce tradizionali, sia le deviazioni come la Rosa Rossa. Basti pensare che i feticci umani del mostro di Firenze servivano per preparati curativi da somministrare agli aderenti all'organizzazione che ne facevano richiesta.

Quindi ufficialmente i Rosacroce non esistono. Quelli esistenti ufficialmente sono considerati poco più che un gruppetto di eccentrici dediti all’alchimia. Altri gruppi sono veri Rosacroce, cioè persone dedite al perfezionamento di se stessi e all’aiuto degli altri. Ma chiunque fosse un vero rosacroce, uno di quelli che sta al potere oggi, non potrebbe mai ammettere che i Rosacroce esistono come movimento organizzato e mondialista.
In realtà sono l’organizzazione più vasta e complessa che esista, al di sopra e più potente delle varie massonerie ufficiali.

Ha ragione Jonh Michael Greer, che nel suo dizionario dei misteri alla voce Rosacroce scrive che nella storia delle società segrete occidentali non c’è argomento di maggiore confusione, disinformazione e imprecisione quanto il problema dei Rosacroce. D’altronde i veri Rosacroce non lasciano prove certe della loro esistenza. Di conseguenza è possibile solo trovare degli indizi, disseminati nella storia, nella simbologia, nei mezzi di informazione, ecc.
Inoltre, poco conta il fatto che un gruppo che si dica rosacrociano non sia veramente il successore dei Rosacroce originali; quello che conta è la realtà attuale, cioè il fatto che esistono decine di organizzazioni che si rifanno ai Rosacroce e che il gruppo di criminali che oggi governa il mondo appartiene ad un’organizzazione che si dice Rosacrociana.
Per fare un parallelo… io appartengo ad un’associazione buddista che si chiama Soka Gakkai e che, ovviamente, si ritiene essere la vera portatrice delle idee del Budda e proclama il “vero buddismo”. Essendo nata nel 1200, e traendo i suoi fondamenti teorici dal Sutra del loto, cioè da un testo che è stato compilato secoli dopo la nascita del Budda, è probabile che abbiano ragione i suoi detrattori quando dicono che essa non è affatto aderente al buddismo originario. E tuttavia nessuno negherebbe che la SGI sia un associazione buddista e io non posso certamente non dirmi buddista.
Allo stesso modo, tutte le sottili disquisizioni tra Rosacroce originali e non (Umberto Eco arriva addirittura a delineare una differenza tra un soggetto “Rosacrociano” e uno “Rosicruciano” in un tentativo patetico di confondere le idee al lettore sprovveduto che di fronte a un tale caos non può che rinunciare a capire), sono esclusivamente dibattiti volti a depistare e inquinare la ricerca sui Rosacroce oggi al potere.
A noi infatti non interessa se la Rosa rossa sia o no la discendente dei veri rosacroce. Probabilmente no. Probabilmente no perché i primi Rosacroce, quelli di Dante per intenderci, erano veramente Fedeli D’amore, di nome e di fatto, e puntavano al rinnovamento spirituale e alla propagazione del messaggio cristiano epurato dalle efferatezze della Chiesa di allora che, come quella di oggi, aveva completamente rinnegato il messaggio di Cristo.

In ogni caso quello che ci interessa invece è riconoscerne la simbologia, il modo di parlare, di agire, per capire in quale misura il potere attuale, politico e finanziario, sia in realtà un potere criminale.
Il resto, le sottili disquisizioni tra ordine della Rosa Rossa rettificato e non rettificato, tra Rosacroce e Rosicruce, le lasciamo ai monologhi autoreferenziali di Eco e alle documentatissime ricerche di Introvigne; perché, una volta stabilito, ad esempio, che buona parte della sinistra attuale e degli uomini oggi al potere sono dei Rosacroce, o perlomeno ne conoscono la simbologia, ne deriva che essi non possono non riconoscere la simbologia rosacrociana sottesa ai delitti più efferati della storia italiana e mondiale. E il silenzio è complicità.
E di questo silenzio noi non vogliamo essere complici.


3. La Rosa Rossa, o Golden Dawn
Tanto per capire che tipo di confusione e di disinformazione c’è al riguardo dei Rosacroce basti dire che per Massimo Introvigne (che è uno dei massimi studiosi dei fenomeni religiosi nel mondo e considerato il maggior esperto di satanismo in Italia) la Rosa Rossa è poco più di un gruppetto di poche decine di simpatici mattacchioni in tutto il mondo (nel periodo di massimo splendore questa organizzazione ebbe non più di 500 membri, secondo l’insigne studioso); invece per Michael Greer esso è “la più influente tra le società segrete magiche dei tempi moderni”.
Inoltre la Golden Dawn viene presentata come una cosa diversa dai Rosacroce, mentre ciò è non solo falso, ma volutamente depistante.

La Rosa Rossa nasce a Londra nel 1887 e sul finire degli anni novanta essa aveva templi a Parigi e in molte città americane.
L’organizzazione viene fondata da tre massoni inglesi: Willyam Wyn Westcott (che era membro della Società Rosacrociana in Anglia), Samuel Liddel Mathers e William Robert Woodman.
Essi fondano la Golden Dawn (o Alba d’oro, o Ordine ermetico dell’Alba dorata). Essa comprende tre ordini.
1) L’ordine esterno, chiamato semplicemente Golden Dawn;
2) l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro, che costituisce il secondo livello organizzativo, quello in cui si pratica la magia e si viene iniziati ai misteri più complessi;
3) l’ordine interno, comprendente i tre gradi superiori riservati ai cosiddetti capi invisibili, o maestri sconosciuti, cioè i membri di cui nessuno mai conoscerà l’identità e che stanno al di sopra di tutti gli altri.

Da questo ordine ne nascono altri. Nel 1903 Arthur Edward Waite fonda l’Ordine della rosa Rossa e della Croce d’Oro indipendente e rettificato, che secondo Gabriella Carlizzi è quello a cui aderiscono i politici e i personaggi più potenti di oggi.
Nello stesso anno venne anche fondata la Stella del Mattino, o Stella mattutina, ad opera di Florence Farr e poi abbiamo l’Astro Argentinum di Crowley che, benché indipendente, aveva comunque molti punti di contatto con la Golden Dawn.
Per capire il profondo legame tra Rosacroce e Golden Dawn, a parte il fatto che il secondo ordine interno si chiama esplicitamente – come abbiamo detto – Rosa Rossa e Croce d’Oro, è sufficiente rendersi conto che i dieci gradi previsti nell’ordine sono gli stessi che troviamo in altre organizzazioni Rosacroce. La Golden Dawn, o la Rosa Rossa, sono quindi un organizzazione rosacrociana. E chiunque sia un Rosacroce non può non conoscere la Rosa Rossa. Questo dato è importante per evitare che quando si parli di qualche politico o personaggio pubblico chiaramente Rosacrociano, arrivino poi i sapienti del momento a precisare e fare sottili distinguo tra le centinaia di associazioni Rosacrociane.
Un po’ come io, da Buddista, non posso non riconoscere un buddista anche se appartiene alla corrente tibetana o hinayana, un Rosacroce non può non riconoscere un appartenente alla Rosa Rossa e i due ordini, purtroppo, non possono essere distinti se non nel senso di dire che l’attuale Rosa Rossa è una deviazione degli originali Rosacroce.

Occorre ora domandarsi come e perché un’organizzazione magica ed esoterica possa in appena un decennio espandersi a dismisura fino a fondare templi in tutta Europa ed America.
La spiegazione data da Greer, secondo cui il successo di questa organizzazione deriva dal fatto che essa ammetteva sia donne che uomini, che le cerimonie erano dignitose e veniva offerto un corso di pratica e teoria occultistica, più che ingenua è semplicemente ridicola (pag. 420).
Il punto è che nella Golden Dawn e nella Rosa Rossa convergono la sapienza esoterica cabalistica e templare. Cioè in altre parole chi entra nella Rosa Rossa entra veramente in un percorso di sapienza e conoscenza superiori a quelli di un essere umano ordinario. Inoltre a tale organizzazione si iscrivono ovviamente in modo riservato i massoni più potenti e più interessati all’esoterismo. In altre parole questa struttura non è un organizzazione creata dal nulla, ad opera di un eccentrico mezzo matto. Al contrario, viene fondata da massoni e rosacrociani, su mandato esplicito dei cosiddetti Superiori Sconosciuti, e fa convergere in essa tutta quella parte della massoneria ufficiale interessata al’esoterismo e alla magia. In altre parole Westcott, Mathers e Waite, furono solo i fondatori ufficiali di un’organizzazione di tipo massonico ma voluta da altri massoni potenti ed interessati all’esoterismo ma destinati a rimanere sconosciuti.
Detto in termini più chiari, la Golden Dawn o Rosa Rossa, altro non è che una delle tante organizzazioni massoniche, al giorno d’oggi la più potente e segreta, e la più crudele.
Quindi è questo il motivo per cui l’organizzazione diventa così potente ed estesa in pochi anni. Perché essa in realtà raccoglie i suoi adepti nelle fila della massoneria ufficiale, di cui costituisce una vera e propria branca.
Ai vertici della Rosa Rossa possono accedere solo le persone selezionate con un grado di intelligenza e cultura assolutamente superiore, probabilmente perché, come diceva Sesto empirico, “un buon intelletto è l’eco della divinità” e il fine ultimo della GD è connettersi al divino fino a percepirlo dentro di sè.
Le basi della Golden Dawn sono costituite da manovalanza che non conosce i vertici e spesso non ne sospetta neanche l’esistenza.
Talvolta vengono manipolati dalla Rosa Rossa anche gruppi come le Bestie di Satana, ovviamente all’insaputa dei componenti del gruppo.
I riti della Rosa Rossa sono pubblicati in Italia dalle edizioni mediterranee con il titolo “La magia della Golden Dawn” di cui esistono tre edizioni diverse. I testi pubblicati ovviamente glissano su tutto ciò che riguarda i sacrifici umani, gli omicidi, e i rituali effettuati con le parti di cadavere delle vittime e con il sangue.

A partire dalla fondazione dell’organizzazione inizia un bagno di sangue in tutto il mondo; delitti apparentemente diversi, ma accomunati dalla simbologia rosacrociana.
Da notare le coincidenze. Il primo marzo 1888 venne fondato il primo tempio della Golden Dawn a Londra, il tempio chiamato Iside-Urania. Dopo poco tempo nello stesso anno iniziano i delitti di Jack lo Squartatore.
Inizia cioè una mattanza in tutta Europa e negli Stati uniti, ma pochi si accorgono delle somiglianze tra i vari delitti.
Pochi hanno notato ad esempio che anche Jack Lo squartatore asportava gli organi delle vittime, come il Mostro di Firenze. Pochi notano che una delle vittime di Jack aveva una rosa rossa in mano e che rose rosse vengono deposte anche in tempi recenti sulla tomba delle vittime sia di Jack che del mostro di Firenze. L’ultima vittima è Jane Kelly; alla donna – che muore al numero civico 13 di di Miller's Court- viene prelevato il cuore e la sua bara e tuttora ornata da rose rosse (vedi la foto all'inizio dell'articolo).
Pochi hanno notato poi che i delitti di Jack lo Squartatore avvengono tutti nel quartiere di WhiteChapel, a Londra; e Whitechapel significa cappella bianca. E uno dei templi della Rosa Rossa in Italia, quello dove Pacciani e i compagni di merende portavano i loro trofei, e che i giornali definirono “la Villa dei misteri” è appunto, completamente bianco, come bianca è la costruzione che vi mostriamo in foto, che però si trova all’estero.

4. l problema dei Rosacroce. Il rapporto con il cristianesimo
Prima di proseguire è necessario che chiarisca una cosa al lettore.
I rosacrociani oggi al potere sono una filiazione dei Rosacroce originali, da cui traggono tuttora molti degli insegnamenti e delle conoscenze.
Queste conoscenze sono veramente particolari, e i Rosacrociani di grado più elevato sono realmente persone fuori dal comune e con una conoscenza superiore. Per quanto possano essere considerati pazzi, o deviati, sta di fatto che chi appartiene alla Rosa Rossa gode realmente di conoscenze particolari superiori a quelle detenute dalla (volutamente ottusa) scienza ufficiale.
Gli antichi rosacroce avevano probabilmente realmente l’intenzione di riformare il mondo. Il loro scopo può essere riassunto ancora una volta con le parole tratte dal romanzo Zanoni: “La mia – dice quello che nel romanzo è l’ultimo dei rosacroce - è la speranza di formare una razza di esseri nobili e saggi, ricchi di forza e di potenza bastante per indicare all’umanità intera le loro magnifiche conquiste e per diventare i veri guidatori di questo pianeta… una razza che possa progredire di gradino in gradino nel suo destino immortale. Verso la gloria celeste e mettersi a pari, alla fine, con ministri che lavorano più vicini al Trono dei Troni? Che importa un migliaio di vittime come tu le chiami, per un solo convertito alla nostra causa?”
Questo fine mondialista, già si trova nelle opere del Rosacrociano Comenio ed è stato trasfuso pari pari nel progetto massonico che ha portato alla creazione dell’ONU e dell’Unione Europea (vedi su questo punto il nostro articolo sul trattato di Lisbona).
Il problema è che i Rosacroce attuali sono una deviazione degli antichi Rosacroce, nel senso che ne hanno utilizzato le conoscenze per piegarle a fini per niente benefici.
E pur di perseguire il loro fine mondialista i Rosacroce non hanno esitato a scatenare due guerre mondiali, tutte le guerre recenti, e quelle future. Quindi i morti non sono un migliaio, come dice il personaggio del romanzo, ma qualche milione.
Non a caso l’organizzazione massonica WWF ha detto di recente che la popolazione del pianeta è in sovrannumero e si dovrebbe ridurre di un terzo. E questo terzo verrà preso dai paesi del terzo mondo o dai paesi arabi, ovviamente.
Inoltre, chi accede al sapere Rosacrociano per arrivare al potere politico e finanziario, tiene per sé questo sapere, tenendo le masse nell’ignoranza; probabilmente molti dei potenti, in un delirio di onnipotenza, pensano realmente che il sacrificio di qualche milione di persone in una guerra, come il sacrificio di poche decine di persone in riti sacrificali umani, siano nulla rispetto al loro progetto.
A chi reputa assurda infatti la pratica dei riti sacrificali umani da parte di personaggi politici, del mondo dello spettacolo, ecc…, è agevole rispondere che è ancora peggio – dal punto di vista numerico – scatenare una guerra e sacrificare milioni di persone – come nella recente guerra in Iraq, solo per realizzare i progetti di potere dei vertici della politica e della finanza internazionali. L’unica differenza è che alle guerre siamo abituati. Ai riti umani no.
L’altra differenza è che le guerre vengono scatenate alla luce del sole. I riti umani vengono taciuti dai media, perché se l’elettore sapesse che il suo politico preferito accetta che i delitti del mostro di Firenze rimangano impuniti, se sapesse che i testimoni di processi apparentemente di banale criminalità seriale, come quelli del mostro di Firenze sono stati ammazzati in nome della causa Rosacrociana, se capisse che i delitti di Cogne, Erba, Garlasco, Serena Mollicone, Meredith sono esclusivamente sacrifici umani, e che i giornali e le Tv ci prendono quotidianamente in giro, la coscienza si sveglierebbe. Quindi da un parte l’informazione ufficiale non passa le notizie; d’altra parte l’elettore medio fa di tutto per evitare di domandarsi il significato di quella “rosa nel pugno”. Meglio non vedere e non sapere.
In altre parole. Saranno pazzi o criminali, dal punto di vista della logica comune , ma senz’altro godono di conoscenze superiori, che nascondono al resto dell’umanità. D’altronde ci sarebbe da interrogarsi se sono più pazzi loro, se lo siamo noi che diciamo queste cose, o quelli che insistono nel non notare le “coincidenze” tra la Rosa Rossa, la politica, e i delitti che continuamente insanguinano il nostro paese.
Inoltre, quando i miei colleghi di studio mi dicono che dovrei smetterla di occuparmi di queste cose, per dedicarmi solo alle cose importanti (intendendo per cose importanti gli sfratti, decreti ingiuntivi, incidenti stradali), nutro qualche dubbio sul fatto che i pazzi siano gli adepti della Rosa Rossa, e mi rendo conto che le gente "comune ed onesta" è spesso la vera causa di questo sistema assurdo.
In questo hanno perfettamente ragione i massoni con uno dei detti da loro preferiti che se non ricordo male risale ad Ermete Trismegisto: "come in alto, così in basso". E questo sistema non è voluto dalla Rosa Rossa, ma dal basso, da tutti noi, dai miei colleghi, parenti, amici...

La maggior parte dei libri sui rosacroce si interrogano su aspetti assolutamente inutili e marginali. Il vero problema dei Rosacroce, mai da nessuno indagato, è da quale momento tale organizzazione si trasforma da movimento Cristiano, intendendo tale termine come “portatori del messaggio di Cristo”, sia pure trasformato e commisto ad aspetti cabalistici ed orientali, a un movimento quasi satanico, criminale, che perpetra delitti terribili per conservare e potenziare il suo potere.
E’ impossibile dare una risposta, ma è probabile che le infiltrazioni sataniche, ed esoteriche anticristiane, si siano effettuate nei secoli, piano piano, e all’insaputa pure di molti adepti del movimento.
Quel che è certo è che attualmente, la maggior parte dei rosacrociani al potere non segue affatto il messaggio di Cristo né persegue il fine di elevare l’umanità.
Di più.
Il movimento Rosacrociano è un movimento sostanzialmente anticristiano e anticattolico, ma che ha dalla sua parte un arma formidabile: utilizza lo stesso linguaggio dei Cristiani, ma con un senso completamente contrario.
Il metodo è assolutamente geniale.
In pratica i rosacroce di oggi parlano un linguaggio e una simbologia satanista, ma utilizzando termini apparentemente Cristiani. Ogni termine Cristiano usato dalla Rosa Rossa infatti, ha in realtà un significato esattamente contrario.
L’iniziato alla Rosa Rossa, infatti, quando nomina Cristo e dice di “percepire l’essenza cristica e divina dentro di sé” sta dicendo che egli stesso si sostituisce a Cristo e si fa lui stesso Cristo; in altre parole si sostituisce a Dio.
Parlando di Dio, si riferiscono ovviamente al loro Dio, non a quello Cristiano.
Nel linguaggio della Rosa Rossa, Santa Rita rappresenta la Rosa Rossa. Ecco quindi che “consacrare qualcuno a Santa Rita” significa in realtà consacrarlo alla Rosa Rossa. La festa di Santa Rita diventa la festa della Rosa Rossa. Un po’ come la festa di San Giovanni è una festa massonica, ma la maggior parte dei cattolici pensa di festeggiare una festa cattolica.
Molti iniziati alla Rosa Rossa vanno a messa e prendono regolarmente la comunione, perché dal loro punto di vista assumere l’ostia consacrata è uno degli sfregi migliori da fare a danno dei Cristiani.
E’ così che, a meno di non avere un'approfondita conoscenza dei Rosacroce è impossibile spesso riconoscere un Rosacroce da un Cristiano, ed è così che è stato possibile avere dei Papi Rosacrociani, come Paolo VI e Giovanni XXIII.
Lo stesso simbolo dei Rosacroce, la Rosa e la Croce, fa pensare a simboli Cristiani. Ma dal punto di vista della Rosa Rossa, la Croce è invece un simbolo fallico, mentre la Rosa rappresenta l’organo sessuale femminile durante le mestruazioni.
E’ un sistema geniale non c’è che dire. Il colpo di genio è soprattutto quello di aver creato un sistema difficile da smascherare, i cui più strenui difensori sono i cristiani stessi; perché se provate a dire a un cristiano che Paolo VI era un rosacroce, vedrete che il 90 per cento dei Cristiani non sa neanche chi siano questi Rosacroce. E quando glielo spiegate la sua reazione sarà immediatamente di rifiuto, cosicchè i migliori difensori di questo sistema sono le vittime stesse.
In realtà tanto tempo fa – sconvolto da queste scoperte - parlai con un prete molto colto, che è il mio consigliere spirituale in questo viaggio nella follia massonica, che mi disse una cosa illuminante: “figliolo, ma perché ti stupisci? Se il demonio deve colpire qualcuno o qualcosa, da dove dovrebbe cominciare secondo te, se non dal Vaticano? E’ il posto migliore dove può nascondersi il Diavolo, e proprio perché è così ben nascosto è difficile trovarlo. E ricorda che l’astuzia migliore del demonio è di dire che non esiste”.
Questa è l’astuzia più grande dei Rosacroce e della Rosa Rossa in particolare. Che essa non esiste, ufficialmente. Ne avete mai sentito parlare in un Tg o su un quotidiano nazionale? No perché queste notizie possono trovarsi al massimo su qualche giornale locale sfuggito al controllo, o su Internet, o su qualche libro poco conosciuto.
E se anche essi parlano apertamente, parleranno il linguaggio Cristiano, quindi nessuno li scoprirà.
5. Gli omicidi della Rosa Rossa.
Una volta capito che il simbolo principale dei Rosacroce è la Croce e la Rosa, che altri simboli sono il pellicano, il giglio, e che nel linguaggio della Rosa Rossa, Santa Rita è sinonimo di Rosa Rossa, e che i loro numeri d’elezione sono il 7, l’8, l’11, e il 13, non è difficile riconoscere tale associazione un po’ ovunque.
Tutti gli omicidi commessi dalla Rosa Rossa sono assolutamente riconoscibili da una serie di simboli numerici ed esoterici. Ne abbiamo parlato già in altri articoli. Qui sottolineiamo solo alcuni punti che negli articoli precedenti non avevamo esplicitato.
Come abbiamo detto i loro delitti avvengono sempre in giorni che, numericamente, danno come somma 7, 8, 11, 13, o multipli di 11.
Inoltre la scena del delitto, i nomi delle vittime, e i nomi dei carnefici, hanno quasi sempre significati religiosi o cabalistici.
Ad esempio nel delitto di Erba, oltre alla data, notiamo che Rosa Bazzi, il cui nome da sposata è Rosa Romano (RR) uccide Valeria Cherubini. La Rosa Rossa ha simbolicamente ucciso un Cherubino.
Nel delitto di Cogne viene ucciso Samuele, nome biblico, che richiama un giudice; e la cornice del delitto è il Gran “Paradiso”. E non a caso Annamaria Franzoni verrà tradotta in carcere nel giorno di Santa Rita, il 22 maggio; cioè nel giorno della Rosa Rossa, tanto per mettere un ulteriore firma alla vicenda.
Nell’omicidio di Maria Geusa a Città di Castello, salta immediatamente agli occhi il nome della vittima, Maria figlia di Gesù.
Nei delitti del Mostro di Firenze i colpi vennero esplosi da una Beretta Calibro 22 serie H. Se 22 è il numero della perfezione per i cabalisti, H richiama la 5 lettera dell’alfabeto ebraico, il cui simbolo è, appunto, una Rosa e una Croce. Ma richiama anche il numero 8, quello della giustizia, simboleggiato cabalisticamente dalla Bilancia.
Sfugge agli inquirenti il collegamento cabalistico tra tutti questi delitti e le comunanze tra essi. La pallottola con cui uccideva il mostro di Firenze era di rame, e nessuno fa caso al fatto che anche l’oggetto che ha ucciso Samuele a Cogne era dello stesso materiale. L’arma del delitto non verrà ritrovata né ad Erba, né a Cogne né nei delitti del mostro, per motivi che abbiamo già spiegato altrove.
L’arma del delitto non verrà ritrovata neanche nel delitto Meredith, i cui funerali verranno celebrati non a caso nella Chiesa di San Giovanni, il patrono della massoneria e sulla sua bara verrà deposta una rosa rossa dal padre.

6. Il sistema della Rosa Rossa
Possono accedere alla Rosa Rossa solo i più alti gradi della massoneria, persone particolarmente potenti e anche particolarmente intelligenti.
L’organizzazione comunica tra loro per mezzo di giornali, Tv, canzoni, ecc… Tra loro i membri non possono esplicitare la loro appartenenza alla Rosa Rossa, anche perché, con i mezzi di intercettazione esistenti oggi, questo significherebbe la fine dell’organizzazione nel giro di qualche mese, magari ad opera di organizzazioni rivali.
Quando il messaggio è diretto ad una cerchia ristretta si ricorre a libri stampati in edizioni limitate (ad esempio le strenne di Natale che le banche e le ditte sono solite fare ai loro clienti migliori); quando il messaggio è diretto ad una cerchia più vasta si utilizzano i giornali e i Tg.
Ad esempio non è un caso che il cronista del TG 5 che si occupa del delitto Meredith si chiami Remo Croci.
Oppure che dopo la strage da 7 morti sull’autostrada, avvenuto questa estate l’8.8.2008, i Tg abbiano poi intervistato un camionista che si chiamava Carlo Massone.
Ma credo che uno dei casi più eclatanti, cui neanche il romanziere più fantasioso potrebbe arrivare con tutta la buona volontà, sono i messaggi veicolati tramite testi di legge, o atti ufficiali, come l’esame di maturità di quest’anno. C’erano diversi errori nella prova di maturità che la commissione ministeriale aveva preparato quest’anno; uno di essi era relativo ad una poesia di Montale erroneamente attribuita dai funzionari del Ministero come se fosse riferita ad una donna. In realtà la poesia era scritta per un uomo, un ballerino che in arte veniva chiamato K. E nella seconda riga della poesia ricorreva la ripetizione della lettera R. RR, come la Rosa Rossa, e K come il settore operativo di Gladio. Mentre nella versione di inglese uno degli errori riguardava la parola Lodge. Combinando insieme questi dati secondo un sistema di decriptazione predefinito si giunge alla codifica dei messaggi.

Impossibile quindi portare le prove processuali dell’esistenza di questa organizzazione perché è impossibile provare che l’errore agli esami di maturità fu voluto, come è impossibile provare che il film Il mostro veicolasse in realtà un messaggio diverso.
Come dice Eco nel suo libro Il nome della Rosa: “fin qui vi abbiamo dimostrato che i libri parlano tra loro. E una buona indagine poliziesca dovrebbe dimostrare che i colpevoli siamo noi”.
Il testo sembra in realtà una sfida… l’autore sottintende che nessuno riuscirà mai a dimostrare che un libro possa contenere l’ordine di commettere un delitto, di depistare un indagine, di spostare dei capitali, ecc…
In realtà l’autore sbaglia; sarebbe possibile dimostrarlo, se solo si studiasse negli anni la cultura massonica. Così come è possibile dimostrare che un serial Killer si ispira alla Bibbia per commettere i delitti, solo se si ha conoscenza della Bibbia, così è possibile dimostrare la matrice cabalistica e Rosacrociana di tanti delitti, se solo si conoscesse la Cabala, La Golden Dawn, e la massoneria.
Ciò sarà possibile, probabilmente nei prossimi secoli, quando una certa conoscenza sarà non solo accessibile a tutti ma anche conosciuta da tutti.
Per ora, portare in un tribunale articoli di giornale, riferimenti esoterici, libri sui rosacroce, ecc…, equivale a farsi dare del matto, come successe all’avvocato Fioravanti all’epoca del primo processo Pacciani e come succede a me e ad altri che ci occupiamo di queste cose..
E per questo motivo gli investigatori, quando non sono corrotti, brancolano nel buio – come è avvenuto per anni per i delitti del mostro di Firenze, fino all’arrivo del commissario Giuttari - o sono nell’impossibilità di portare le prove di alcuni delitti, come accade per il PM Mignini a Perugia; oppure; nella maggior parte dei casi, si liquida il tutto come frutto di fantasie e suggestioni, ma continuano a rimanere senza risposta le innumerevoli anomalie e contraddizioni in vicende come quella di Cogne, del Mostro di Firenze, ecc….

7. La Rosa Rossa nei film nella letteratura e nelle arti.
Musica
Mozart nella sua opera il flauto magico utilizza molti simboli rosacrociani e massonici. In generale tutta l’opera, si dice, è in realtà la metafora di un percorso iniziatico. Si dice che avendo rivelato dei segreti massonici, per questo motivo egli fu assassinato, tanto che il musicista, conoscendo bene le regole di questa associazione, avendo intuito che non aveva molto tempo da vivere, scrisse il requiem per se stesso, che infatti rimase incompiuto perché morì avvelenato prima di terminarlo.
Una fine simile toccò in tempi moderni a Rino Gaetano. Le modalità della sua morte le abbiamo descritte altrove e non ci ripeteremo. Diventando famoso – come succede a chiunque arrivi ad avere una certa notorietà - fu avvicinato dal sistema, ma egli a quel sistema si ribellò. Non potendo parlare apertamente, altrimenti lo avrebbero ucciso, come succede a chiunque ne capisce il funzionamento, egli mise diversi messaggi criptati nelle sue canzoni oltre a diversi messaggi espliciti molto forti per l’epoca (inoltre ricordiamo che erano tempi in cui non esisteva Internet e chi disponeva di notizie particolari non aveva mezzi per divulgarle, salvo i mezzi di stampa ordinari, tutti assoggettati al regime massonico). Nelle sue canzoni, seppure in codice, c’è tutta la politica attuale e la Rosa Rossa: la corruzione totale della politica, i disastri della finanza e della globalizzazione, i riti satanici dei potenti, la manipolazione dell’informazione.
Fu ucciso perché aveva osato troppo.
In tempi recentissimi ricordiamo la canzone vincitrice di San Remo “Ti regalerò una Rosa”; il cantante è Simone Cristicchi, e già l’abbinamento del titolo al nome del cantante (che richiama Cristo) fa pensare ai Rosacroce; guardando al testo, poi, si citano i riti satanici, ma soprattutto la canzone si rifà ad un romanzo, il maestro e Margherita; e Margherita è il nome di Santa Rita, ovverosia proprio di quella santa che, nel linguaggio criptato della Rosa Rossa, indica la Rosa Rossa.

Letteratura.
Tutta la letteratura di Giulio Verne è intrisa di simbolismo rosacrociano e massonico. Viaggio al centro della terra è in realtà un percorso iniziatico, mentre il simbolismo rosacrociano è evidente già in alcuni titoli delle sue opere come “Robur il Conquistatore” dove compare l’acronimo RC.

Antoine De Saint Exupery nel suo famosissimo “Il Piccolo principe” parla di una rosa rossa che viene mangiata da una pecora. Forse è un allegoria che richiama la lotta tra Rosa Rossa e chiesa Cattolica. Morirà infatti in circostanze misteriose. Il 31 luglio del 1944 partì per una missione di ricognizione nel mar Tirreno e scomparve nel nulla. Molto definiscono poetica la sua morte. Ma non fu poetica, semplicemente, venne applicata la regola del contrappasso perché il protagonista del piccolo principe è, come è noto, un aviatore, e quindi lui doveva per forza morire in aereo, in una data che ha una valenza simbolica: 31.7.1944 (3+1+7+1+9+4+4=29=11, il numero della giustizia).
Per anni la sua morte è stata avvolta nel mistero finchè a sorpresa, proprio nel 2008 (cioè l’anno in cui su alcuni siti si è diffuso il possibile collegamento della sua morte con la Rosa Rossa), è spuntato un ex aviatore della Luftwaffe che si è ricordato di averlo abbattuto. Dopo 44 anni il distratto aviatore si è ricordato di aver abbattuto un personaggio come Saint Exupery.
C’è da pensare che nei prossimi mesi resusciterà – come in Dynasty – l’autista della Mercedes di Lady Diana che dirà “si è vero, ero ubriaco e andavo troppo forte”; e arriverà qualcuno che, pentito, dirà: sono io il mostro di Firenze, essendo un rosacroce ho firmato i delitti con la Rosa, poi avendo il dono dell’invisibilità ho ammazzato tutti i testimoni, Pacciani compreso; ho fabbricato dei documenti che hanno inguaiato Mario Spezi e a suo tempo Alberto Bevilacqua, e fatto sparire molte prove dalla procura; sono io che intercettavo Giuttari e sempre io, esperto nuotatore, ho ucciso Narducci nel lago Trasimeno. Chiedo scusa alla nazione ma era un periodo che ero un po’ nervoso e mi annoiavo.
La palma d’oro attuale dei Rosacroce va a due autori contemporanei; oltre ad Umberto Eco, che intitola il suo libro “Il nome della Rosa” e che altrove parla spesso dei rosacroce, va senz’altro a Stephen King, che scrive la serie Tv The Rose Red, e che nel suo libro “i Lupi del Calla” narra di una rosa protetta da una torre, e della necessità di difenderla, perchè se cade la torre cadrà anche la Rosa rossa, ma se cade la rosa rossa cade anche tutto il mondo circostante. Chiaro riferimento alla necessità di difendere il “sistema” politico finanziario e giudiziario messo in piedi dalla Rosa Rossa.
Esistono poi romanzi minori intrisi di messaggi più o meno evidenti. Ad esempio il libro Piacere mortale, di M.I Rose, in una serie di libri che hanno come simbolo una rosa rossa, narra di un assassino che provoca i delitti mandando messaggi subliminali da un video di PC, il che ricorda alcune vicende recenti, di omicidi di sangue ove gli assassini ripetono sempre agli inquirenti “ero preso da un impulso irresistibile”. Sarebbe interessante indagare i punti di contatto tra questi libri e alcune vicende come Cogne, Erba, e addirittura le vicende di Donato Bilancia. Curioso no? Un serial Killer con il nome che - nell’esoterismo della Golden Dawn - corrisponde all’undici della giustizia; ricordiamo che è la Golden Dawn che nei suoi tarocchi ha invertito la numerologia cabalistica delle carte e ha assegnato l’11 alla giustizia (tradizionalmente invece era l’otto); il serial Killer ha detto: “ero preso da un impulso irresistibile…”; forse lo stesso impulso capitato alla Franzoni, ai coniugi di Erba e l’assassino di quella ragazza in Spagna, El Gordo, che ha ripetuto parole identiche. Delitti apparentemente senza nulla in comune, ma accomunati da parole identiche, dalle Rose sul luogo del delitto o nei nomi degli omicidi o delle vittime.

Cinema
Abbiamo serie minori TV come “La Piovra” ove il cattivo di turno deposita i suoi soldi in un conto svizzero chiamato Rosarossa e serie come “Il Sangue e la Rosa”.
Ma abbiamo opere eccezionali come il film Quarto potere, scritto da Orson Welles. Questo film è considerato dalla critica il capolavoro del cinema di tutti i tempi, in testa a tutte le classifiche della critica più accreditata. Non è mai stato svelato veramente il segreto del nome con cui si chiude il film; nome che è anche il segreto del potere e del successo del protagonista: la parola segreta è “ROSE BUD” ovverosia bocciolo di Rosa. Avendo osato troppo, il regista entrerà in disgrazia dopo quel film. Probabilmente aveva voluto lasciare un messaggio, un segno, qualcosa che i posteri avrebbero raccolto e proprio per questo la sua carriera finì li.
Poi abbiamo il film Il mostro, di Benigni. Anzitutto il film fa chiaramente allusione al mostro di Firenze, e ridicolizza gli inquirenti e la vicenda di quel periodo. I film esce il 22 ottobre del 1994; cioè nella data dell’anniversario dell’omicidio di due vittime del Mostro di Firenze, Susanna Cambi e Stefano Baldi, che vennero uccisi a Calenzano 13 anni prima (tredici, numero della morte e del cambiamento). Vennero uccisi proprio il 22 ottobre. D’altronde il padrone di casa di Benigni – nel film - si chiama Rocca Rotta. Chiara l’assonanza con la Rosa Rossa. Benigni è un esperto di Dante ed è strano che gli sia sfuggito il simbolismo rosacrociano nei delitti del mostro. Una coincidenza notevole, quindi. Tra l’altro Benigni spesso ripete la frase “Ama Dio e fa ciò che vuoi” che è, si, una frase di Sant’agostino, ma è anche il motto del rosacrociano e membro della Rosa Rossa Alistair Crowley la cui biografia più recente (scritta da Lawrence Sutin e pubblicato da Castelvecchi) si intitola, non a caso “Fai ciò che vuoi”. Occorrerebbe quindi chiedere a Benigni a quale Dio si riferisce e, visto che in questi giorni ha pubblicato un libro su Dante con prefazione di Umberto Eco, eventualmente farsi spiegare da quest’ultimo chi sono quei Rosacroce di cui lui non fa mai cenno ma che pure dovrebbe conoscere bene, data la sua passione per il Sommo poeta.
Infine, come non citare Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick? L'attore (che ricordiamolo, è l'autore di Arancia meccanica, dove già nella locandina compare una piramide con l'occhio) nel film parla di riti satanici con omicidi commessi da potenti. E' morto improvvisamente di infarto il 7.3.1999 prima dell'uscita del suo film. 7+3+1+9+9+9 = 38 = 11. Anche lui giustiziato per aver osato dire troppo.

Politica
In politica è sufficiente vedere quali e quanti partiti hanno una rosa nel simbolo per rendersi conto di quanto sia vasta l’influenza rosacrociana; in alcuni casi poi compare anche l’acronimo RC, come in Rifondazione Comunista. E alla recenti elezioni la Sinistra arcobaleno voleva chiamarsi “Cosa Rossa”, nome poi abortito forse perché poi la cosa diventa troppo sfacciata e troppe persone potrebbero iniziare a mangiare la foglia. E per chi avesse ancora qualche dubbio sul rapporto tra politica e Rosa Rossa, è sufficiente leggere un libro di Cesare Salvi, senatore diessino, dal titolo “La rosa Rossa, il futuro della sinistra”; relativamente a questo libro Rossana Rossanda fece una recensione sul manifesto, dal titolo “La croce e la Rosa”. Una bella coincidenza!
Con buona pace di tutti quelli di estrema sinistra che ancora si domandano come mai la sinistra in questi ultimi decenni abbia favorito così smaccatamente la destra, con la sua politica demenziale; e che ancora non hanno capito che la sinistra è il burattino della destra attuale, mentre la destra attuale è il burattino di ben altri poteri.
E a chi si domanda come mai Pannella anni fa volle candidare Licio Gelli nel suo partito, sarà sufficiente ricordargli il simbolo del partito di Pannella: La rosa nel pugno.
Chissà perché Pannella, che ha fatto tanto chiasso contro la magistratura già dagli anni 80, in ciò anticipando addirittura Berlusconi, non si è mai occupato delle stragi impunite, a partire da quella del Mostro di Firenze… Forse quella Rosa che ha nel suo pugno gli ha impedito di vedere quella sulla scena dei delitti del mostro.

8. Conclusioni. Il mistero dei rosacroce
Per finire… Rimangono molti misteri riguardo ai Rosacroce.
A mio parere il mistero più grande non è se questi esistano davvero, la loro data di nascita, e altre idiozie buone solo per intellettuali che fanno finta di voler capire la realtà, ma che vogliono solo portare i lettori e la gente comune fuori pista.
Il mistero più grande è capire in quale momento un’organizzazione che si rifaceva al messaggio di Cristo e a filosofie meravigliose (filosofie che possono essere lette sia in libri di filosofia rosacrociana, sia in romanzi come “Zanoni”; ma che attraggono anche solo leggendo le presentazioni effettuate nei siti dell’Amorc), si sia trasformata in un’organizzazione criminale che – oltre al potere politico e finanziario – permette ai suoi affiliati di commettere i delitti più impensati, da quelli del Mostro di Firenze a quelli di Cogne o di Haider.
L’altro mistero è quali delle varie organizzazioni rosacrociane oggi esistenti si rifacciano veramente al messaggio di Cristo e non siano solo organizzazioni di facciata per coprire dell’altro. Perché senz’altro molti dei rosacroce attuali, in tempi moderni, sono persone non solo buone, ma anche speciali, dotati di poteri particolari e di conoscenze particolari. Purtroppo molti no.
E il più grosso mistero è capire come sia possibile che molte delle persone oggi al potere possano parlare di pace, fratellanza, possano produrre capolavori letterari e cinematografici spesso intrisi di messaggi bellissimi, per poi aderire ad un’organizzazione come la Rosa Rossa, o, perlomeno, accettare passivamente di veicolare nelle proprie opere dei messaggi rosacrociani e tacere di fronte ad un simile schifo. E’ vero che chi ha provato a parlare, come Rino Gaetano, Pasolini, e in tempi recenti Giuseppe Cosco e Cecilia Gatto Trocchi, sono morti, perché ribellarsi al sistema è praticamente impossibile. Ma è possibile vivere sereni con un simile peso sulla coscienza? E’ possibile tacere ed essere conniventi, solo perché “tanto è tutto inutile! Che parlo a fare?”.
Questo è il vero mistero dei rosacroce.
Capire come possano convivere gli ideali di uguaglianza che avevano alcuni padri storici della sinistra, con la sigla RC di rifondazione comunista.
Capire come si possa parlare di libertà civili, di diritti della donna, e poi fondare "La Rosa nel Pugno" e candidare Gelli, dimenticando i diritti delle vittime del mostro di Firenze, il diritto alla vita di tutte le vittime della Rosa Rossa.
Capire come si siano trasformati dei giovani che senz’altro un tempo avevano creduto a certi ideali, che andavano ai cortei per un mondo migliore, in mostri che prendono in giro il loro elettorato e sono conniventi con delitti innominabili.
Capire come sia possibile avere dei papi rosacroce (su questo punto chi vuole approfondire deve consultare il sito Chiesaviva e leggere i libri di Padre Villa).
Capire come sia possibile produrre capolavori di sensibilità come “La vita è bella” di Benigni, accanto a film come “Il Mostro” il cui titolo non poteva essere più azzeccato, sia per i suoi fini che per i messaggi che veicola.
Capire come si possa produrre capolavori come IT (che parlano della lotta del bene contro il male facendo prevalere l’amore e l’amicizia) accanto a The Red Rose e ai Lupi del Calla.
Capire come sia possibile che i due mazzi più belli di tarocchi mai creati, su migliaia di mazzi, siano considerati all’unanimità proprio questi due: 1) il mazzo creato dal fondatore del rito indipendente e rettificato, Arthur Waite; 2) e il mazzo recente della Golden Dawn creato da Giordano Berti per la ditta “lo Scarabeo”. Questi ultimi, creati nel 2008 forse superano in bellezza pure quelli di Waite (Berti – a detta di molti - è riuscito quindi a raggiungere un risultato che in un secolo nessun altro creatore di mazzi di tarocchi aveva mai raggiunto, perché nessuno fino ad oggi aveva eguagliato in bellezza quelli di Waite).
Forse la risposta è ancora una volta quella contenuta nel romanzo rosacrociano “Zanoni” di Edward Lytton: “Le nostre opinioni sono la parte angelica di noi. I nostri atti la parte terrena”.
La spiritualità di capolavori come “La vita è bella” sono la parte angelica dell’umanità. I delitti del mostro di Firenze, e tutto ciò che si fa per coprirli e addirittura proteggerli, la parte terrena.
E su un punto hanno ragione i Rosacroce. Capire il mistero dei rosacroce, è capire il mistero della vita, ma anche della politica della finanza e della giustizia. Ma una volta capito questo mistero, non è più possibile tornare indietro, e dopo, la vita non è più la stessa. Cosicchè, come dice il protagonista del romanzo, Zanoni, non sempre è una scelta consigliabile quella di arrivare a svelare il mistero dei Rosacroce, e condividerne la conoscenza, che si stia da una parte (cioè dalla parte degli iniziati), o che si stia dall’altra (di quelli che cercano di capirli dall’esterno).
Entrambi, sono in trappola perché capiscono che il loro destino non dipende da loro.

Dedicato a Rino Gaetano, Giuseppe Cosco, e Pier Paolo Pasolini.
Rino disse in un intervista “oggi le mie canzoni non vengono capite ma fra vent’anni le capiranno”.
Ho capito anche a cosa alludevi nell’intervista a Gianni Morandi parlando del “profumo dei ministri”.
Oggi ho capito. E questa dedica te la dovevo.

E a te Giuseppe, che parlasti della Rosa Rossa esplicitamente e troppo presto, quando ancora la conoscevano in pochi. Sei morto senza che nessuno si sia neanche domandato il perché. Anche nel tuo caso, era difficile capire, allora. Ma leggendo i tuoi articoli ho capito il motivo del tuo “malore improvviso”, quel giorno che ti recasti in tribunale per una perizia.
Ora capisco perché dopo aver letto il tuo sito, che è ancora visibile come se tu fossi vivo, non rispondevi al telefono e alle mail e alle mie domande. Ma forse mi hai risposto, anche se in un altro modo.
A Pier Paolo Pasolini. Scusami se, all’epoca anche io, come tutti gli altri cieco di fronte all’assurdità di un potere troppo sofisticato per essere compreso, pensai che te l’eri cercata. Ero piccolo all’epoca e non avrei mai immaginato. Stefania ti ha dedicato un articolo, tempo fa, e spero ti sia piaciuto.
Grazie a tutti e tre di aver seminato. Speriamo di aver raccolto una parte di ciò che avete seminato affinchè altri raccolgano ciò che seminiamo, affinchè infine possa un giorno crescere una foresta.

Bibliografia
I manifesti rosacrociani sono pubblicati per intero dalle edizioni mediterranee a cura di Jean Pierre Bayard, “I rosacroce, storia dottrine simboli”.
Il manifesto della Rosa Rossa, è pubblicato nel libro di F. Ripel La Magia Rossa, Hermes edizioni a pag. 77. Riporto il brano che mi ha colpito di più: “Egli sa. Egli comanda; e il gran maestro è Horus la Bestia. Credi in lui e la vita vedrai. Uccidi i tuoi simili, sventra tua madre, sgozza tuo padre se egli non crede in lui”.
Zanoni, è edito in Italia da Tea (una casa editrice che, per coincidenza ha come simbolo una rosa).
Sul rapporto tra Rosa Croce e Giulio Verne si può vedere: Jules Verne e l'esoterismo. I viaggi straordinari, i Rosacroce, Rennes- le-Chateau; di Lamy Michel; Curato da: De Turris; Edizioni mediterranee
Sul Rosa Crocianesimo in Dante: L’esoterismo Rosacroce nella Divina Commedia, editore Bastogi.
Un approccio iniziale alle società segrete, documentatissimo e ben scritto è il Dizionario dei segreti e dei misteri, Mondadori, a cura di Michael Greer. Libro ovviamente anticomplottista, perchè scritto da un massone di grado elevato.

Un libro documentatissimo ma anch'esso rigorosamente anticomplottista è Il cappello del Mago, di Massimo Introvigne, ed. Sugarco. Per l’autore – che ha la biblioteca esoterica e satanica più grande al mondo (50.000 volumi) il satanismo è un fenomeno quasi inesistente e ovviamente quasi nessun delitto in Italia e nel mondo è un delitto esoterico. L’autore arriva persino ad affermare, in un suo sito, che la piramide non è un simbolo massonico.
Probabilmente se scrivesse libri sulla mafia giungerebbe ad affermare che la mafia non esiste ed è solo il frutto di una serie di incredibili coincidenze.
La prima persona a parlare esplicitamente della Rosa Rossa e dei suoi riti esoterici con sacrifici umani è stata Gabriella Carlizzi nel suo libro “Gli affari riservati del mostro di Firenze”, in particolare da pag. 127 in poi.
Un libro un po’ complicato da capire, ma il primo e unico che ha parlato dei delitti della Rosa Rossa.
Consigliamo anche la lettura della stessa autrice del libro “Lettera ad Alberto Bevilacqua sul mostro di Firenze”.
Si consiglia di iniziare la lettura di questi argomenti dal fondamentale “Massonerie e sette segrete. La faccia occulta della storia”, di Epiphanius, ed. Controcorrente.
I riti della Golden Dawn sono pubblicati in Italia da Edizioni mediterranee in due edizioni diverse; la prima, a cura di Sebastiano Fusco, "La magia della Golden Dawn" e la seconda a cura di Israel Regardie.

Prof. Paolo Franceschetti - 12/11/2008
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La mia esperienza in vent'anni e il resoconto finale
DI PAOLO FRANCESCHETTI
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1.Premessa. 2. La mia esperienza nei giornali 3. Alcune considerazioni sui quotidiani nazionali. 4. Solange le Brigate Rosse. 5. Il caso Sofri. 6. La mia vicenda persona. 7. Conclusioni.

1. Premessa
I mass media, siano essi la Tv o i giornali, non servono a veicolare notizie. Servono in realtà a NON dare le notizie importanti, a manipolare, corrompere, minacciare, e soprattutto a veicolare messaggi tra vari poteri dello stato.

Quando avevo venti anni leggevo anche due o tre quotidiani al giorno. E vedevo diversi telegiornali. Vedevo, ad es., TG 3 e Rete 4, perchè la loro diversità mi incuriosiva e mi illudevo che così avrei avuto un quadro più chiaro delle varie situazioni.
Leggevo, ovviamente, regolarmente anche Panorama e l’Espresso.



A un certo punto verso i 30 anni mi ero accorto che le notizie erano sempre uguali e non cambiava mai nulla.
Esempio. Un magistrato faceva un'indagine scomoda.
Partiva la consueta polemica sulla legittimità di pubblicare le intercettazioni, il magistrato veniva accusato di essere di parte e persecutorio, ecc… e regolarmente la polemica si spostava dalla sostanza dell’inchiesta del magistrato alla vita personale del magistrato, oppure ad altri particolari di nessun interesse.
Tipico, ad esempio, era il dibattito sui magistrati “che devono lavorare in silenzio”. Se il magistrato infatti rilasciava un’intervista…. Apriti cielo, cominciava un casino che non finiva più e nelle settimane successive la notizia importante diventava non la sostanza dell’inchiesta, ma il problema dei magistrati che devono lavorare in silenzio.
Un magistrato lavorava bene? Non importa. Arrivava sempre il solito Pannella a inveire contro la magistratura. Capirò poi che Pannella non a caso è nella Rosa nel pugno, e non a caso propose la candidatura a Gelli per fargli avere l’immunità parlamentare. Ma a quell’epoca che potevo capire? La candidatura di Gelli sembrava un gesto di protesta contro il sistema e il simbolo della Rosa… era così bello.

2. La mia esperienza nei giornali
Poi ho avuto un’esperienza diretta con i giornali.
Per due anni diressi una pagina universitaria su un quotidiano locale.
Mi pagavano bene e il lavoro mi divertiva in quanto dovevo dare notizie riguardanti l’università.
Un giorno arrivò una notizia più interessante delle altre, su alcuni abusi commessi dalla professoressa di una cattedra universitaria (peraltro erano abusi di cui tutti sapevano, anche io che non ero iscritto ne ero a conoscenza per sentito dire). Scoppiò un tale casino, ricevetti tali e tante pressioni, che mi ordinarono di pubblicare una (falsa… precisiamolo… FALSA) notizia di smentita. Minacciarono di togliermi l’incarico se continuavo. E finì così.
Morale. L’unica notizia veramente interessante che ero riuscito a pubblicare fino a quel momento me l’avevano censurata. E nessuno ebbe voglia di approfondire.
Decisi di continuare a lavorare per il giornale perché mi divertivo, ma decisi che, se volevano bugie, bugie avrei raccontato. Quindi da quel momento pubblicai solo notizie false. False interviste a falsi studenti, false lettere sentimentali a cui rispondevo. Talvolta mi divertivo a inventare inesistenti studi sul sesso di inesistenti facoltà americane, per poi inventarmi un contro studio che lo smentisse. Poi inserivo le vicende dei miei amici. Una mia amica mi raccontava che il ragazzo la tradiva? E io l’indomani pubblicavo la sua storia sul giornale (ovviamente cambiando il mio nome). Il mio amico Francesco aveva fatto il contrabbandiere di diamanti in passato, e poi il gigolò? Ecco che pubblicavo a nome del mio amico la sua esperienza, trasformando la sua terza media in una laurea in economia e commercio, il contrabbando di diamanti in un’esperienza di import ed export di preziosi, e il gigolò in un’attività di pubbliche relazioni, e con la sua “esperienza”, elargivo consigli a tutti i laureandi in economia e commercio.
Un’altra volta inventai una serie di corsi presso l’università popolare; ogni mio amico era diventato a seconda delle sue caratteristiche, il direttore di un corso. Ad es. La mia amica Giulia aveva tre uomini contemporaneamente? ecco che diventava direttrice di un corso per diventare monogami tutta la vita. Il mio amico Simone era impotente? Eccolo nominato direttore di un corso di sessuologia a prestazioni avanzate. La mia amica Gianna si incazzava una volta si e l’altra pure con chiunque? Eccola nominata direttrice di un corso di meditazione per donare relax e serenità alla mente. E se qualcuno mi avesse chiesto notizie più dettagliate sui corsi…. Avrei detto che il corso era stato soppresso.
Altri esempi.
Una mia amica (che poi diventerà la mia ragazza) mi invita a prendere una cioccolata e alla fine del pomeriggio mi disse: “non so perché ti ho invitato…l’ho fatto così, senza pensarci”. Io li per lì facevo finta di crederci, ma sapevo che l’invito a prendere la cioccolata era programmato da giorni. Allora l’indomani scrivevo un articolo dal titolo “Galeotta fu la cioccolata. Suggerimenti per far cadere in trappola la preda amorosa” dove ovviamente elencavo vari metodi di approccio compreso quello di invitare a prendere una cioccolata e poi dire “non so perché l’ho fatto… così… senza pensarci…”.
Insomma. Sapevo che con questo sistema non avrei mai vinto il premio Pulitzer, ma fu una delle esperienze più divertenti della mia vita. Per altro verso fu però una delle più avvilenti, perché mi resi conto che sui giornali chiunque in teoria può scrivere qualsiasi idiozia senza alcun controllo.
In realtà senza saperlo, stavo facendo con la mia cerchia degli amici quello che i giornali fanno nella lotta tra poteri occulti. Veicolavo messaggi. I miei articoli erano di volta in volta prese in giro al sistema, messaggi in codice alla mia fidanzata, ai miei amici, alla mia famiglia, sfoghi personali, ecc… Quando uscivano i miei articoli i miei amici leggevano il giornale dicendo “chi sarà la vittima oggi?”. Facevamo per scherzo, a livello locale, quello che i giornali fanno sul serio, ma a livello mondiale

3. Alcune considerazioni sui quotidiani nazionali
Francamente pensavo che il problema fosse il giornale in cui lavoravo e ingenuamente ritenevo che al Corriere della Sera o a Repubblica le cose fossero diverse. D’altronde il mio era un quotidiano che è riuscito a dedicare una pagina intera ad una donna che metteva le corna al marito prima del matrimonio; e siccome nell’articolo avevano citato il nome del paese, sostanzialmente rovinarono quella persona che fu costretta a trasferirsi altrove.
In un’altra occasione pubblicarono un servizio su una postina sorpresa per una serie di circostanze fortuite a fare l’amore con un’altra persona durante il lavoro… anche lì rovinando per sempre la reputazione del soggetto in questione.
Ancora. Una mia amica la sbatterono in prima pagina perché, con il marito, intratteneva rapporti scambisti con altre coppie. Si. Avete letto bene. In prima pagina.
In compenso non si fa cenno dell’arrivo della mafia, della ‘ndrangheta e della camorra a Viterbo. Non si fa cenno dei troppi esercizi commerciali rispetto alla popolazione o dell’elevatissmo numero di sportelli bancari e di banche di investimento che, per una città prevalentemente agricola, è una cosa perlomeno anomala.
Nessuno ha mai pensato di indagare se nella città ci fosse una sede di Gladio in una caserma di Viterbo e che risvolti avesse questo fatto, né sulle origini rosacrociane della città, evidenti anche nella toponomastica del luoghi (ad esempio il mio studio è tra il quartiere “crocetta” e il quartiere “Santa Rosa”).
Stiamo parlando quindi di uno dei tanti corrieri locali che esistono in Italia; giornali che non esiterei a definire demenziali per il modo in cui conducono le notizie; non pubblicano nulla, ma in compenso talvolta piazzano in prima pagina notizie del tipo: “furto di spinaci al supermercato” e addirittura una foto a colori degli spinaci (pare inventata, ma purtroppo non lo è, giuro!).
Mi domandavo il perché di questo modo illogico di condurre un giornale locale. Mi domandavo come mai non ci fosse la volontà di migliorare la qualità complessiva del prodotto, il che poi – secondo la mia razionalità ingenua – avrebbe dovuto portare ad un aumento di lettori.

Mi accorsi ben presto, però, che anche nei quotidiani nazionali le cose non erano migliori. “Così in alto, così in basso”, recita un famoso detto. Cambia la dimensione delle notizie, ma il criterio è lo stesso Al posto di un furto di spinaci troviamo il furto di auto. Al posto della storia di corna della cittadina sconosciuta troviamo la storia tra Berlusconi e la moglie..
Quando, da avvocato, mi sono letto alcuni atti processuali di processi celebri (Dell’Utri, Andreotti, Berlusconi, ecc…) mi sono reso conto che le notizie sui giornali sono completamente inventate rispetto alla realtà processuale, che è assolutamente diversa.
Ad esempio il processo Previti, mediaticamente si è giocato quasi tutto sulle dichiarazioni di una testimone, Steania Ariosto; per mesi i giornali hanno discusso se tale testimone fosse attendibile o meno, ci hanno parlato dei suoi amori, dei suoi movimenti, ecc…
In realtà a leggere gli atti del processo si vede che la parte relativa alle dichiarazioni della Di Rosa sono poco più di tre o quattro pagine, a fronte di 500 pagine con prove schiaccianti; prove che vanno dai conti correnti bancari, ai testimoni, ad alcuni fatti di cui c’erano addirittura prove documentali incontrovertibili.
I giornali hanno cioè volutamente deviato l’attenzione su questioni secondarie, dando ad intendere che tutto si giocasse sulle dichiarazioni di un testimone. Nulla di più falso.

Poi ho notato che i giornali hanno volutamente evitato alcune vicende eclatanti. Ad esempio poco o nulla è uscito sul fatto che Berlusconi e Dell’Utri sono stato indicati da alcuni pentiti come mandanti delle stragi del 92 e 93. Il procuratore era Tinebra, il quale archiviò tutto ed ebbe poi un incarico nel governo Berlusconi. A parte Travaglio, nessuno ha mai sottolineato una cosa del genere. E i giornali, che tuonano spesso per delle cazzate e dedicano mesi a vicende di nessuna importanza per il cittadino, come il caso Cogne o il caso Englaro, dovrebbero nutrire un certo interesse per un procedimento che riguarda addirittura Berlusconi. O no? Magari per poi dire che era tutta una bufala. Ma a me come cittadino interessa di più sapere come, quando e perché Berlusconi è stato accusato di essere mandante della strage di Capaci e Via D’Amelio, rispetto al colore del pigiama della Franzoni.
Invece pare che queste cose non interessino nessuno. Perché Vespa dedica decine di puntate al caso Cogne e nessuna al caso Berlusconi.

Un’altra cosa che trovavo assurda, e di cui solo da poco ho avuto la spiegazione, è il motivo per cui i giornali si ostinano a fare dei titoli a tutta pagina su notizie come “Natale. Il santo padre augura la pace a tutti gli uomini”; oppure… “Capodanno. Napolitano si augura più dialogo tra le forze politiche”.
Credo che siano secoli che tutti i papi augurano sempre la pace a Natale, ed è da quando è nata la democrazia che tutti si auspicano sempre un maggiore dialogo tra le forze in campo.
Quindi non sono mai riuscito a capire la logica per la quale un direttore di giornale decide di pubblicare simili stronzate. Se io fossi un direttore mai metterei in prima pagina il Santo padre che si augura la pace.
Ora ho capito il perché ma su questo punto ci torniamo fra poco.

Altri misteri. Il caso Andreotti. Andreotti è stato giudicato in rapporti con la mafia fino al 1980, ma il reato è stato considerato prescritto. Ora delle due l’una: o la notizia è vera o è falsa. Ma se è vera mi sono sempre domandato come sia possibile che Andreotti continui ad essere chiamato a parlare a trasmissioni televisive, che scriva sui giornali, ecc… Io mi vergognerei a fare un giornale in cui Andreotti pubblica una sua opinione. Invece niente… tutto procede come se niente fosse successo.

E le centinaia di miliardi di euro che lo stato doveva recuperare dai gestori di Slot machine? Che fine hanno fatto? Cosa si sta facendo per recuperarli?
Nulla.
Non si sa mai nulla, e tutto è sempre uguale a prima, qualsiasi cosa succeda.

La conclusione della mia avventura al giornale locale coincise anche con la conclusione della mia lettura di giornali e telegiornali, di qualunque tipo, fossero essi nazionali e locali. Dopo anni riuscivo – come tutti immagino – a prevedere cosa sarebbe successo, cosa sarebbe stato detto, a da chi, e quali provvedimenti avrebbero preso. Quindi la lettura dei giornali era diventata semplicemente inutile.

A un certo punto ho fatto un salto… di qualità. Cioè ho vissuto in prima persona delle vicende di cronaca. E ho amici che hanno vissuto altre vicende sempre in prima persona.
La cosa che mi colpì, negli anni, è che tutti i protagonisti di vicende mediatiche, senza distinzioni, raccontano sempre la stessa cosa: cioè che la vicenda è stata distorta e riportata dai mass media in modo totalmente diverso rispetto alla vicenda reale.
Ora vi racconto come ho vissuto alcune vicende.

4. Solange e la Brigate rosse.
Qualche anno fa Solange consegnò alla magistratura alcune registrazioni che riguardavano dei colloqui avuti con un ex brigatista, Manlio Grillo. Costui, oltre ad autoaccusarsi di alcuni omicidi, coinvolgeva diverse persone in alcuni dei fatti di sangue più importanti della storia recente d’Italia. Solange si affidò all’avvocato Carlo Palermo che, grazie a quei nastri, riaprì il caso del rogo di Primavalle. Si aprirono quindi due filoni processuali, quello civile e quello penale. Furono imputate diverse persone, tra cui alcuni politici, un giornalista che tuttora dirige programmi TV di un certo rilevo, e personaggi vari. In altre parole: processualmente ci sono persone, che stanno in parlamento, o che compaiono in prima serata conducendo programmi televisivi che rischiano l’ergastolo. Ma nessuno ne sa nulla.
Repubblica e la trasmissione televisiva Matrix dettero un certo rilievo alla vicenda, omettendo le cose più gravi però. In pratica… il giornale non si era occupato di nulla di rilevante.
In quei giorni il Corriere di Viterbo, venne a conoscenza di questi fatti, e pubblicò la notizia delle registrazioni con un titolo in prima pagina: “Si chiama Solange Manfredi la donna che ha incastrato Manlio Grillo”.
Dato che a Viterbo non succede mai nulla (o meglio… dato che non succede mai nulla che vada a finire sul giornale) mi immaginavo che nei giorni successivi ci sarebbero stati altri articoli e interviste. Invece niente. Silenzio. Della vicenda non se ne è occupato più nessuno. In pratica sia Repubblica che il corriere di Viterbo hanno fatto calare il silenzio stampa sulla cosa.
Solo dopo molto tempo abbiamo capito che, semplicemente, probabilmente c’è stato un ordine dall’alto per far calare il silenzio sulla vicenda. A seguito di questi fatti Solange è stata minacciata, intimidita, e per motivi diversi, hanno tentato di ammazzarla. Ma nessuno se ne è occupato, neanche a livello locale.
In compenso, i giornali locali continuano ad occuparsi di furti di spinaci.

5. Il caso Sofri.
Connessa alla vicenda BR c’è la vicenda Sofri. Per chi non lo sa, ricordiamo che Sofri, un rappresentante del movimento Lotta continua nei cosiddetti anni di piombo, è stato in carcere diversi anni, condannato come mandante dell’omicidio Calabresi. Nelle sue registrazioni Grillo sostiene che Sofri è innocente, né c’entrano niente quelli di Lotta continua, ma sono state le BR. Vero o no che sia, c’era comunque da aspettarsi che qualcuno, poliziotti, giornalisti, o altri, si preoccupassero di andare da Sofri a dirgli: “scusa Adriano ma qui c’è qualcuno che dice che tu sei innocente; in fondo è quello che tu sostieni da anni. Approfondiamo?”.
Un accenno al fatto che registrazioni di Grillo coinvolgevano Sofri comparve su un quotidiano (non ricordo se “Libero”, o “Il giornale”).
Ma misteriosamente Sofri non venne informato da nessuno.
A me francamente questa cosa è apparsa senza senso.
Vi dico anche altrettanto francamente che un bel giorno, incazzato per questa ingiustizia, mi sono messo a cercare un indirizzo mail, o un recapito qualsiasi di Sofri, per avvertirlo.
Nulla di nulla. Non sono riuscito a trovare un recapito.
Nessuno l’ha avvertito.
In compenso sui giornali, nel 2007, è apparsa una polemica sulla necessità di dargli o meno la grazia, con il Ministro Castelli che non gliela voleva dare, e altri parlamentari che invocavano il provvedimento di clemenza. Ma nessuno si preoccupò, nella polemica che ne seguì, di tirare fuori le dichiarazioni di Grillo.
Capirò dopo il perché di tutto questo.

6. La mia vicenda personale.
Un’altra cosa che non quadra, ma che adesso quadra alla luce di tutto ciò che so, è il disinteresse per le questioni che trattiamo.
Mi spiego.
Ipotizziamo che tutto ciò che diciamo sia un invenzione e io sia un folle e chi legge i miei articoli lo sia altrettanto.
Tuttavia un quotidiano locale che, quando va bene, si occupa di una rissa al bar e di tradimenti tra coniugi, o al massimo mette in evidenza la notizia di un giovane assessore che è caduto dalla moto (e che non si è fatto nulla essendo rimasto illeso) potrebbe ben pubblicare una notizia del tipo “avvocato viterbese sostiene che il delitto di Canino è stato commesso da un’organizzazione chiamata Rosa Rossa”. Sarebbe sempre più interessante rispetto ad un furto di spinaci.
Oppure, per fare un altro esempio, visto che abbiamo detto in un articolo precedente che il film di Benigni “Il mostro” veicola in realtà dei messaggi relativi alla Rosa Rossa, potrebbero fare un bell’articolo del tipo: “avvocato di Viterbo accusa Benigni di essere coinvolto nei delitti del Mostro di Firenze”; al che poi potrebbe seguire una bella smentita da parte mia “no, veramente non ho detto che è coinvolto; ho detto che quel film veicola dei messaggi; se poi Benigni ne sia consapevole o no è una questione diversa”.
Oppure: “avvocato Viterbese sostiene di essere stato vittima di un tentato omicidio e che il mandante è un PM a cui aveva inoltrato una denuncia”. Un bello scoop no?
Invece su queste questioni c’è il silenzio, per il semplice fatto che qualora se ne parlasse, poi magari la gente potrebbe cominciare a sospettare qualcosa. Infatti, anche se una notizia è posta in forma dubitativa o negativa, c’è sempre il rischio che qualcuno non ci caschi e sospetti che le cose stiano diversamente. Un po’ quel che successe al tempo della questione Di Bella (il medico che ha scoperto una cura contro il cancro); nonostante i giornali e le TV avessero fatto una terribile campagna contraria, deridendo la figura di Di Bella e considerandolo un ciarlatano, molta gente ha capito che forse la terapia funzionava. Perché le persone, nonostante la massiccia opera di disinformazione a cui siamo abituati, hanno capito che i mass media ci prendono in giro, e quindi spesso sanno leggere tra le righe molto di più di quanto i giornalisti vorrebbero. E infatti davanti allo studio di Di Bella ci sono file di chilometri di pazienti. Mentre davanti ai nostri oncologi tradizionali per fortuna ce ne sono meno.
Quindi su molte questioni il silenzio è preferibile rispetto al parlarne sia pure in chiave negativa.

7. Conclusioni.
Alla fine ho capito il sistema. Ci sono voluti anni ma ho capito.
I giornalisti non sono pagati per dare le notizie ma per non darle. Perchè se le danno veramente li ammazzano. Come hanno ammazzato Walter Tobagi, Ilaria Alpi, Italo Toni, Graziella de Palo, Pecorelli, Mauro Butto, Mauro Rostagno, Giuseppe Fava, Peppino Impastato, tanti altri che ora non ricordo ma che facevano veramente il loro lavoro e credevano in quello che facevano.

Se esce una rivoluzionaria scoperta contro il cancro i giornali tacciono. Anche perché se parlassero il giornalista verrebbe ucciso e il direttore rimosso.
Se ministri o parlamentari vengono scoperti in un traffico clandestino di bambini, la notizia non verrà mai alla luce.
La composizione della Banca d’Italia è stata tenuta “riservata” per anni e nessun giornale se ne è occupato fino al 2005.
I giornalisti sono pagati per non parlare delle scie chimiche, per non parlare dei rapporti tra massoneria e criminalità, per non parlare del sistema bancario, per non dare la notizia delle imminente crisi economica (notizia che su Internet girava da anni ma che nessun giornale si è mai preoccupato di dare), per non denunciare i misfatti dei potenti, per non farci sapere che fine fanno le migliaia di bambini che scompaiono ogni anno, per non farci sapere il reale motivo di tutti questi “omicidi in famiglia”.

I giornali inoltre non veicolano notizie. Veicolano messaggi.
Nei messaggi di Capodanno, o di Natale, ecc., spesso Papi e presidenti della repubblica convogliano messaggi in codice di altro tipo.
Ho capito così, ad esempio, perché i cardinali si arrabbiavano con Giovanni Paolo II quando lui non seguiva l’iter del discorso che gli veniva preparato. La trovavo una cosa senza senso. Nella mia logica semplicistica al papa dovrebbero preparare un discorso per evitare di fargli fare la fatica; ma nell’eventualità che lui vada a braccio tutti dovrebbero essere contenti. Ora invece ho capito che le contestazioni venivano dal fatto che non seguendo il canovaccio predisposto, poteva succedere che il messaggio in codice veicolato ad un altro potere (ad esempio governo, massoneria, ecc…) non andasse a segno.

Nei giornali vengono utilizzati simboli, codici, e messaggi, che sono chiari solo a chi è a conoscenza della Cabala e del linguaggio segreto usato dai mass media.
Non è un caso che Guzzanti, in una puntata del “Caso Scafroglia” dicesse “al decimo minuto collegatevi al programma di Bruno Vespa Porta a Porta; mi raccomando portatevi il decriptatore, se non l’avete rotto, altrimenti poi non ci capite niente”.
Pareva una battuta ma non la era affatto. Era la verità. E’ grazie alla conoscenza di questo linguaggio che persone come la Carlizzi sono riuscite ad anticipare delitti come quello di Cogne e altri ancora.
Io ancora non sono riuscito a decriptare i messaggi per intero, perché per arrivare a capire il linguaggio occorrono anni di studi, e la conoscenza della Cabala, dell’astrologia e di altri testi fondamentali (credo che tra essi figurino il Sogno di Polifilo, di Francesco Colonna e la Steganografia di Tritemio, ma senz’altro ce ne sono altri che non ho individuato).
Chi ha seguito il nostro blog ha potuto spesso vedere come viene costruita una notizia. Per la morte di De Andrè ad esempio hanno confezionato un TG il cui messaggio era chiaro “lo abbiamo ammazzato noi”; a parte le rose rosse sulla bara che compaiono insistenti, abbiamo l’apparire del numero 8, e poi la sapiente scelta delle canzoni (guarda caso anche la canzone di Battisti scelta per l’occasione parla di una rosa rossa).

Di 2000 omicidi l’anno circa, i mass media riportano quindi solo quelli della Rosa Rossa.
Cogne, Erba Meredith, Garlasco, Mostro di Firenze, ora il recente delitto di Canino, sono tutti delitti di questa organizzazione e quindi la notizia serve non ad informare ma a veicolare un messaggio a chi si deve occupare del caso, a indirizzare l’opinione pubblica verso determinati interessi, ecc.
Uno dei misteri della mia vita, ad esempio, era il quotidiano “Il Foglio” di Ferrara. Ottima l’idea di fare un quotidiano di 4 pagine. Ma mi ero sempre domandato perchè almeno due di quelle pagine fossero composte da frasi smozzicate e incomprensibili, testi senza senso, e un collage di concetti senza apparente ordine logico. E soprattutto, in certi numeri, uno non trova neanche una notizia degna di questo nome. Il mistero era soprattutto come facesse quel quotidiano a fare 20.000 lettori.
Se uno vede la cosa nel senso dei messaggi veicolati attraverso il quotidiano, allora tutto ha un senso.
Se uno poi ha presente che le vere notizie, non devono essere pubblicate, il cerchio si chiude.
Nessuna notizia. Ma solo messaggi.

Ora ho capito che Sofri se ne frega di far sapere la verità per il semplice fatto che la verità la conoscono tutti, nell’ambiente dei cosiddetti poteri occulti. Lui sa che non ha fatto nulla ma lo sanno anche tutti gli altri nell’ambiente. La lotta, e il dialogo, si svolge tra poteri occulti, all’insaputa del cittadino. Sofri cioè gioca con la logica dei poteri occulti, non con quella dei cittadini normali. E non ha bisogno di far sapere qualcosa al cittadino.

Ho capito che Andreotti sa che il suo processo non è stato un vero processo. E’ stato un avvertimento che il sistema gli ha mandato per qualche motivo, per bruciarlo. Ma siccome a livello politico i parlamentari sono tutti nella stessa identica situazione e non sono meno colpevoli di Andreotti, tutto procede come se niente fosse. Ecco perché non succede quello che la logica di una qualunque persona normale si aspetterebbe (cioè le sue dimissioni dal parlamento richieste a gran voce da tutti i parlamentari). Perché nella logica dei poteri occulti un processo è solo un evento voluto dal sistema, per avvertire la persona o screditarla, ma non per fare giustizia.

I giornali e la TV sono mezzi di disinformazione, per controllare le masse e asservirle al potere. E’ una realtà che a venti anni mi pareva fantascientifica.
Se un giornale riporta una denuncia fatta a qualcuno, o un processo, non è per dare la notizia; è per avvertire, minacciare o intimidire la persona coinvolta.
Ma oggi mi rendo conto, invece, che non è un paradosso. E’ la verità.

Ovviamente non tutti i giornalisti si rendono conto di questo stato di cose. Spesso un giornalista come Remo Croci non sa che è grazie all’acronimo del suo nome che si occupa del delitto Meredith a Perugia. Non so se Rossana Rossanda sappia il suo ruolo, quando firma un articolo dal titolo “La rosa rossa il futuro della sinistra” pubblicato sul Manifesto. Oppure per fare un altro esempio, dopo la strage sull’autostrada dell’8/8/08, in cui morirono sette persone, i Tg intervistarono un camionista di nome Carlo Massone, probabilmente né il camionista né (forse) l’intervistatore erano consapevoli del loro ruolo.

Molti giornalisti per anni non si accorgono di nulla. Intuiscono la verità il giorno che portano al direttore un articolo più scottante di altri; un articolo che – pensano in cuor loro – farà la loro fortuna. Ma che invece fa la loro rovina o, nel migliore dei casi, non verrà mai pubblicato.
Quando i giornalisti cominciano a capire come funzionano le cose a quel punto si profilano due strade. Essere estromessi dal sistema, oppure adeguarsi.

Dal momento che oggi viviamo nell’era di Internet, e quindi l’informazione circola libera anche contro la volontà dei giornali e delle TV, dovranno approvare al più presto, nei prossimi mesi, delle leggi che chiudano i blog e i siti di informazione alternativa.
Molte persone hanno capito che la vera informazione arriva da Internet, dove le notizie ancora circolano senza censura. E nonostante i giornali si affannino a dire che su Internet si trova di tutto, noi sappiamo che la stessa cosa avviene per la carta stampata, dove ciascun giornalista può inventarsi quello che vuole.
La tecnica per distruggere la libertà di informazione sarà la solita. Creeranno loro il problema, e loro daranno la soluzione.
Faranno scoppiare scandali riguardanti la pedofilia, o la mafia, o altro, sui siti come you tube, face book, sui blog, e poi con la scusa di proteggere il cittadino chiuderanno tutto. Si chiama tecnica del problema-reazione-soluzione.
Adesso, per esempio, solo di recente ho capito il segreto del film Quarto potere. La parola segreta che nessuno riusciva a capire che celava il segreto del potere dei mass media. Rosa bella, in inglese rosebud, Bocciolo di rosa.


Paolo Franceschetti
Fonte: paolofranceschetti.blogspot.com
Link: paolofranceschetti.blogspot.com/2009/02/i-mass-media-la-mia-esperienza-in-ve...
17.02.2009
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