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Racconti di Shinbàram

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2008 19:11
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Città: ACQUAFONDATA
Età: 48
Sesso: Maschile
13/04/2008 19:11


IL VENTO DELLO SHINBA’R


Mio figlio nacque sul pavimento di un casolare, in una notte mentre al di fuori il mondo ardeva. Venne chiamato Gheurr, Lontano i soldati del regno di Smorull avevano cavalcato lungo la pianura giungendo nei villaggi dello Shinbar, e gettando le tenebre nei borghi disseminati nella taiga. Mio figlio possiede mente e corpo impasto di queste terre dure e gelide, che non sono facili da domarsi. E non è facile da addomesticare chi in queste terre è avvezzo a trarre il suo nutrimento. Quando crebbe, mio figlio respirò il gelido terrore di Smorull, soldati grigi e ciechi, predoni di un nuovo ordine religioso e politico. Crebbe sulle rive dell’Oceano, ai confini della taiga, nell’estremo est del mondo, dove sgorgano le acque primitive. Fu in quei ghiacci che egli colse la prima nota di una musica sconosciuta. Per lungo tempo ascoltò il suono oscuro di quella voce simile a una sirena, che dall’abisso evocava un mondo esterno, lontano, inesistente. Quando crebbe abbastanza per essere mandato da solo al Mercato dei Paesi, si recò presso le mura di Moorra, entrò con denaro tintinnate per acquistare quanto gli venne commissionato. Ma giunto presso un negozio di un vasaio, incontrò un vecchio zoppo, guercio e cencioso.
Fece uno scatto per ritrarsi indietro. Ma poi pensò: quanto può essere pericoloso un vecchio così ridotto? Pensò ancora: è davvero pericolosissimo. se mi spaventa in questo modo. Tornando dal mercato pensò ancora a quel mendicante. Cos’è che lo aveva tanto impressionato? Il vecchio in realtà era la più serena delle persone che mio figlio ebbe mai incontrato prima di allora. Era sul punto della fine, e con un corpo senza speranza. Eppure era così indomita la sua serenità! Sembrava che la Rivoluzione di Smorull non avesse scalfito la libertà di quel vecchio, mentre tutto il mondo era piegato dal terrore dei tetri manipoli. Non un corpo perfetto, o una voce altisonante avevano fermato le squadre di Smorull bensì il punto finale della vita di un sembrò un’arma per fermare il Nulla devastante.
Gheurr pensò a questo mentre era di ritorno a casa…ma si fermò di colpo.
Una squadra dei predoni di Smorull era dentro il suo villaggio. E stava mettendo a ferro e fuoco le abitazioni, con la sua solita prepotenza. Gheurr entrò nel villaggio al galoppo. Ma smontò da cavallo, si fece vicino al capo dei soldati e bloccò la sua mano dal colpo che stava affondando su un abitante del villaggio. Questi gonfio d’ira si rigirò sbavando. Sollevò la spada e colpì Gheurr…ma non colse che un leggero vapor acqueo… provò ancora e la sua spada divenne un petalo, roco dalla rabbia prese il pugnale e vibrò ancora un colpo: ma il fendente s’abbatté su uno sciame di moscerini. Gheurr era sempre lì, davanti al soldato che rodeva d’ira. Resosi troppo ridicolo agli occhi degli abitanti e dei suoi soldati, ordinò la ritirata.

***
Come può un vecchio cencioso terrorizzare un mercenario ricoperto di ferro? Perché canta di un mondo eterno, di creature sensibili che sono verità, potenti come potente è il volo della rondine d’inverno mentre migra fra i due capi del mondo. Potente perché libero dall’essere vivo attraverso un corpo perfetto. Ecco, Gheurr aveva capito che non erano le corazze di Smorull né le sue lance taglienti, la vera potenza del mondo vivente. Il Vivente era quel vecchio appestato… la cui voce proveniva dall’eternità del mare, come la sirena che ebbe udito prima…non il ruggito delle belve di Smorull…Mio figlio non divenne soldato.
Oggi guardo le fiamme del fuoco ardere nel braciere del casolare in cui nacque…mi chiedo dove sia. Molti dicono di averlo visto accompagnare il signore di Smorull alle porte di un altro mondo, fatto di fuoco e dannazione. Ma altri dicono che forse ha salvato Smorull traghettando i suoi soldati attraverso l’eterno, facendo conoscere loro le sirene degli abissi, e quel vecchio errante per la Taiga….



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